Lo scandalo sull’accordo segreto tra la FIA e la Ferrari è stato quasi dimenticato a seguito della crisi Coronavirus. Ma la storia non è ancora finita e le nuove direttive FIA sembrano riaccendere gli animi.
Il mondo della F1 sta faticosamente cercando di tornare alla normalità, riavvicinandosi alle piste dopo la pandemia che ne ha interrotto l’attività annullando o rinviando buona parte dei Gran Premi della stagione 2020.
Riprendono anche le polemiche sull’ accordo tra FIA e Ferrari che continuano ad alimentare lo scontro tra i team ormai tornati sul piede di guerra.
Il magazine web F1Insider.com, nella sua edizione in lingua tedesca, riporta quelle che sono le dichiarazioni di Renault, McLaren e Red Bull che già prima della pandemia avevano evidenziato forti perplessità sulla legittimità dell’accordo tra la Ferrari e la Federazione, tracciando quello che sarà la loro linea di condotta.
Sull’ argomento il capo del team Renault Cyril Abiteboul nei giorni scorsi ha dichiarato: “Questo argomento non è stato ancora risolto. Vogliamo capire esattamente quali siano le modalità di accordo tra Federazione e Ferrari, soprattutto per il mantenimento dell’equità tra le squadre”. Un punto di vista sostenuto anche da Andreas Seidl, direttore sportivo della McLaren, che aggiunge: “La Ferrari sull’accordo con la FIA avrebbe dovuto agire con maggiore trasparenza.”
Naturalmente anche Helmut Marko, consulente di Red Bull per il motorsport, ha voluto far pesare la sua opinione confermando a SPORT1:
“Ultimamente a causa del Coronavirus abbiamo dovuto affrontare altri problemi. Ma ciò non significa che non continueremo a lavorare sull’accordo tra FIA e Ferrari quando le cose torneranno alla normalità “.
Le accese dichiarazioni pubblicate oggi scaturiscono probabilmente dall’invio alle scuderie di quattro nuove direttive tecniche che sono state comunicate alle squadre il 4 giugno scorso dalla Federazione e che sembrano essere il primo frutto dell’accordo tra la casa di Maranello e gli organi direttivi dell’automobilismo sportivo.
Vediamo nel dettaglio quali sono quelle dedicate ai motori:
– la direttiva TD18/20 riguarda un aggiornamento del sensore IVT che misura la distribuzione nel tempo della potenza dell’energia elettrica recuperata dal sistema ERS delle attuali Power Unit. I sensori saranno montati, a partire dal GP Austria, sulle monoposto dei primi tre classificati nel campionato Costruttori 2019 (Mercedes, Ferrari e Red Bull). Successivamente, quando disponibili, i sensori saranno applicati anche sulle monoposto degli altri team.
– la direttiva TD19/20 riguarda il limite di consumo di olio (ne avevamo già parlato qui: https://www.f1sport.it/2020/06/f1-fia-nuovi-controlli-solo-per-ferrari-mercedes-redbull-e-renault/ ), fissato in 0,3 litri ogni 100 km (rispetto ai 0,6 permessi in precedenza) – , descrivendo anche le nuove procedure riguardanti la misurazione e l’eventuale sigillatura dei serbatoi dell’ olio che la FIA potrà attuare, oltre alla misurazione fisica della quantità di lubrificante immessa nel motore, necessaria per impedire che l’olio venga iniettato nelle camere di combustione per aumentare le prestazioni.
– la direttiva TD20/20 descrive infine il controllo dei dati registrati automaticamente dalla regolazione del flusso di benzina, limitato attualmente a 100 kg/h a 10.500 giri, chiarendo nello specifico come avverrà la lettura dei dati del flussometro criptato introdotto nel 2019 per il controllo dei consumi.
Proprio in funzione della collaborazione della Ferrari con la Federazione nella stesura di queste normative, si presume che il loro rispetto non crei preoccupazioni nel team di Maranello, contrariamente a quanto sostenuto da molte fonti (ed in particolare da quelle tedesche), che hanno evidenziato quanto queste norme siano quasi esclusivamente rivolte al controllo della regolarità delle vetture del Cavallino.
Occorre far notare infatti che il team maggiormente danneggiato in particolare dalla direttiva TD19/20 sul consumo di olio è la Mercedes, da sempre massiccio utilizzatore di lubrificanti nei suoi motori durante le fasi di gara, costretta a questo punto ad allinearsi a quelle che saranno le nuove normative.
Restano da verificare, l’effettiva efficacia delle misure adottate dalla Federazione per combattere pratiche illegali da parte dei team e l’impatto che tali norme potranno delineare sui rapporti tra le forze che scenderanno in pista sperando che le determinazioni già emesse dagli organi direttivi, non costituiscano un ulteriore nodo nella già complicata situazione di uno sport soffocato da norme sempre più restrittive oltre che da una crisi mondiale forte e persistente.
Per tornare a far parlare la pista mancano meno di quattro settimane…