Libero da ogni pressione psicologica Vettel nel 2020 deve zittirci e dimostrare qual’è il suo pedigree sportivo. Forse per la Ferrari sarà un problema ma per Vettel sarà l’unica chance per ricostruirsi un futuro.
Ci siamo, è arrivata l’ufficialità. Finalmente il 5 luglio in Austria partirà il mondiale 2020 e potremo nuovamente parlare e scrivere di fatti di corsa. La notizia bomba della quarantena è stata quella dell’addio di Vettel alla Ferrari. Non il contrario, specifichiamolo, perché la rossa avrebbe fatto volentieri -alle proprie condizioni- squadra con il tedesco almeno per un altro anno.
Quelle condizioni Vettel non le ha accettate, per questo rischia di trovarsi fuori dal giro ammesso che nella sua testa non abbia già deciso per il ritiro. Di e su Vettel si è detto e scritto di tutto. In Ferrari ha fallito. E’ innegabile, ma di certo non può e non deve passare come il solo ed unico colpevole di un mondiale che non arriva. Per altro, non per spezzare per forza una lancia a suo favore, Vettel si trova in bella compagnia. Citando Alonso e Prost facciamo solo due nomi di Campioni del Mondo che in rosso non hanno soddisfatto le aspettative della vigilia. Vettel il titolo l’ha sfiorato, per poi perdersi e scomparire dai radar, “tradito” da una squadra che non l’ha più messo – a ragione- al centro del progetto.
Vettel, criticato e sopportato, ora correrà da solo e solo per sé stesso. Bella grana per Binotto e Leclerc! Se nella sua testa non ha già deciso di mollare allora saranno soltanto i risultati che potrebbero convincere Toto Wolff a portarlo nella futura Aston Martin (perché Wolff andrà via dalla Mercedes? Non si parla d’altro …) probabile team in ascesa dal 2021 in poi grazie ai fondi di papà Stroll.
Vettel sconfitto, che lascia la Ferrari con la coda tra le gambe, è una perdita per tutti. Per la F1 in primis. A 32 anni è ancora nel pieno della sua maturità sportiva. Dire che Vettel è 4 volte Campione del Mondo, concetto detto e ridetto, forse non basta.
Vettel è il terzo pilota più vincente della storia. Ad oggi 53 GP, preceduto solo da Schumacher ed Hamilton. Più di quattro mondiali li hanno vinti solo Schumacher , Hamilton e Fangio. Vettel è rimarrà nella storia come uno dei tre/quattro piloti più vincenti di sempre (nota: non abbiamo scritto “i più forti” ma “vincenti” che è diverso).
Il suo ritiro sarebbe uno spreco, un disastro per Liberty Media. A voler essere maliziosi potremmo dire : “Ecclestone non l’avrebbe mai permesso”.
Possiamo discutere sul fatto che la pluriiridata Red Bull fosse un missile, così come oggi lo è la Mercedes. Vettel ha vinto magari più di quello che meritava ma è altrettanto vero che Vettel non è il pilota che abbiamo visto in questi ultimi due anni.
Ora in questo 2020 che è ai nastri di partenza Vettel ha l’occasione di tirare fuori la rabbia e l’orgoglio per far tornare a risplendere un‘immagine che in Ferrari è sbiadita. Da ragazzo intelligente qual’è sà benissimo che è stato proprio lui il giovanotto che ha avuto le spalle larghe per fare a ruotate col più esperto Mark Webber ai tempi della Red Bull.
Ora che è stato Leclerc a farlo con lui, Vettel deve usare l’intelligenza. Lauda diceva che se non puoi essere più veloce del tuo avversario per vincere devi saper essere più intelligente. E’ un strategia possibile solo per i campioni. Vettel lo è, sta a lui decidere se combattere ancora o attendere il ritiro a fine stagione.
Lo scopriremo a breve.