Il Budget Cap accontenta Mercedes e Renault: Restiamo in F1

Dopo le indiscrezioni delle scorse settimane, Mercedes e Renault intervengono, ufficialmente ed in prima persona, sulle voci riguardanti la loro permanenza in F1.

La crisi da coronavirus continua a colpire duro la Formula 1: è infatti di queste ultime ore l’annuncio dell’interesse a vendere di una delle scuderie più rappresentative del Circus: la Williams Racing, ex Rokit dopo l’abbandono dello sponsor principale.

Per un Grande nome che lascerà la F1, o che comunque cambierà proprietario, altri Grandi nomi confermano la loro permanenza nella massima formula automobilistica.

Contrariamente a quanto trapelato, più o meno realmente, nei giorni scorsi infatti Mercedes AMG e Renault Sport smentiscono categoricamente il ritiro dalle corse delineando abbastanza chiaramente quelli che saranno i loro futuri all’ interno dello sport automobilistico.

Partiamo dalla Mercedes, che con una dichiarazione particolarmente decisa ha chiarito:

“Le speculazioni su un potenziale ritiro dalla Formula 1 continuano ad essere infondate e irresponsabili. Lo sport ha adottato le misure giuste per affrontare le conseguenze della pandemia di COVID-19 e la sua futura sostenibilità finanziaria, e accogliamo con favore questi passaggi. La nostra chiara intenzione è quella di continuare a competere in Formula 1 come team di lavoro Mercedes-Benz negli anni a venire, e di farlo con il nostro socio dirigente Toto Wolff“.

Nei mesi scorsi si erano infatti avvicendate voci più o meno fondate, sul ritiro dalle corse del marchio tedesco nell’ ambito di un ridimensionamento economico fortemente sostenuto dal nuovo CEO di Mercedes Ola Kallenius, con un impegno della “stella a tre punte” limitato esclusivamente al campo motoristico. Un ridimensionamento che talvolta aveva opposto a Kallenius il team principal della squadra tedesca Toto Wolff, creando qualche attrito.

Wolff, direttore sportivo del team campione del mondo, era infatti finito nei giorni scorsi sotto l’occhio dei media automobilistici per un suo presunto allontanamento dal ruolo di team principal della Mercedes a fine 2020 e di un suo coinvolgimento in un ruolo consultivo all’ interno della squadra simile a quello svolto in passato da Niki Lauda.

La sua amicizia con un altro personaggio rappresentativo dell’ attuale F1, Lawrence Stroll, avevano fatto pensare ad un suo definitivo abbandono delle “frecce d’argento” in favore della nuova creatura di Stroll, quella Aston Martin che riaffaccerà il proprio nome nel campionato 2021 dopo decenni di assenza dalle piste (esattamente dal 1960 con la DBR5)

Va ricordato in proposito che Wolff è azionista di minoranza di Aston Martin, avendo acquistato per aiutare l’amico Stroll la bellezza di 37 milioni di sterline in azioni della società per aiutare nell’ impresa l’amico canadese.

Le dichiarazioni della casa madre Daimler non lasciano dubbi, dopo l’approvazione del Budget-Cap a 145M $, confermata dalla votazione del World Motor Council di questa settimana, il marchio tedesco può rivedere le sue scelte e la Formula 1 con Toto Wolff rientra tra esse, nonostante restino da ridiscutere gli ingaggi dei due piloti (Hamilton e Bottas) in scadenza a fine 2020. Attendiamo conferme o cambiamenti anche in ordine a questo argomento.

Diversa è la situazione di Renault la cui crisi profonda è ormai conclamata anche e soprattutto nel campo della produzione di serie.

La casa automobilistica francese, afflitta da gravi problemi finanziari, per voce del CEO ad interim Clotilde Delbos, ha infatti annunciato questa mattina che risparmierà 2 miliardi di euro tagliando 15.000 posti di lavoro ed ha dichiarato:

“Dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare, non stiamo cercando di essere in cima al mondo, quello che vogliamo è un’azienda sostenibile e redditizia”.

La dichiarazione arriva un giorno dopo l’annuncio che Nissan (partner Renault da anni) sta chiudendo la sua fabbrica di Barcellona e sta spostando la produzione nella sua struttura di Sunderland.

Confermando che la società dovrà rivedere attentamente le caratteristiche delle proprie aree di produzione, per decidere dove sono necessari tagli, ha detto: “Questo ci aiuterà a tornare alla nostra dimensione ideale “.

Alla domanda sulla prosecuzione programma di F1 con il Team Renault Sport, rispetto al quale si erano anche in questo caso rincorse voci di ritiro, ha invece risposto:

“Abbiamo detto pubblicamente e confermiamo che rimaniamo impegnati nella Formula 1. I nuovi regolamenti, il nuovo limite in termini di investimenti, sono buoni perché abbiamo avuto meno investimenti di alcuni dei nostri concorrenti che stanno spendendo molti soldi. Quindi, siamo qui e restiamo in Formula Uno.”

In questo senso la Renault, che dispone di una operatività inferiore a quella dei top team Mercedes, Ferrari e Red Bull, considera il Budget-Cap come un’opportunità per tornare alla competitività.

La progressiva riduzione di budget (che ricordiamo raggiungerà la cifra di 135 milioni di dollari nel 2023 rispetto ai 175 milioni fissati per lo scorso campionato) potrebbe in realtà non essere così determinante nel riavvicinamento dei team minori (dei quali la Renault fa attualmente parte) a quelli di testa.

Va infatti osservato che nonostante la minore spinta economica, imposta dai nuovi regolamenti, i team di punta (Mercedes, Ferrari, Red Bull) continuerebbero ad avere un “know-how” di maggior livello, che potrebbero sviluppare attraverso altri canali (la produzione, la partecipazione ad altri campionati, l’applicazione in altri campi riconducibili alla F1) e che produrrebbe inevitabilmente, nelle squadre cosiddette “di seconda fascia”, un ulteriore taglio nella competitività oltre che nei costi.

Forse più che pensare ai costi, proprio per la sopravvivenza di questo sport, gli Organi Amministrativi della Formula 1 dovrebbero dirigere le loro attenzioni ad un regolamento meno infarcito di clausole e codicilli, costituito da poche e chiare regole sulle quali non si discute, sulle quali le squadre non si rincorrono a suon di battaglie legali e reclami ufficiali.

Sarebbe utile lasciare da parte “gettoni aerodinamici” e “token di sviluppo”, o altre amenità tecno-economiche che ad oggi costringono piccoli e grandi Team a stanziamenti enormi in termini di CFD, gallerie del vento, simulatori, software …e chi più ne ha più ne metta!!!

E’ inutile appiattire i valori in campo della F1 se le regole continueranno a permettere “zone grigie” nelle quali inserirsi e prosperare, lasciando ad altri la preoccupazione di rincorrere per vincere.

Occorrerà rivedere la filosofia del motorsport  oltre che sotto l’aspetto economico anche sotto quello tecnico e sportivo solo così la f1 rivedrà la luce dopo il tunnel tornando a fare spettacolo e monetizzando quello che questo spettacolo può produrre.

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