F1 | Crisi coronavirus e futuro: il punto della situazione

Come emerge dalle testate sportive di tutto il mondo, la F1 sta attraversando “la notte più buia” della sua storia, da quando nel 1950 la prima griglia di partenza ha lanciato un’avventura che dura ancora ai nostri giorni. Ma analizziamo con cura il momento attuale che le principali categorie motoristiche stanno vivendo e quali sono le prospettive per il futuro. 

| di Paolo Senni

Soluzioni diverse si alternano nelle continue proposte che si affacciano ogni giorno tra gli organismi sportivi, i manager della F1, e gli organi di stampa: ma a questo punto occorre fare ordine.

Il Budget Cap

La FIA sta affrontando il problema economico legato al lockdown da Coronavirus, lavorando su strategie legate al raggiungimento di un budget-cap condivisibile tra le squadre maggiori (Ferrari, Mercedes e Red-Bull) e quelle che ricoprono le seconde file della griglia di partenza (Renault, McLaren, Racing Point, Haas, Alpha Tauri, Alfa Romeo, Williams).

E’ di poche ore fa il raggiungimento di una cifra pari a 145M di dollari (132M € circa), al posto dei 175M precedentemente fissati, quale traguardo di un accordo che sembrava non si potesse trovare se non forzando gli uni o gli altri partecipanti del campionato ad accettare una cifra virtualmente inaccettabile.

Tale limite di spesa proposto da Ross Brawn (ed accettato dalle squadre dopo una estenuante trattativa) ha dato una nuova linea di condotta ad una F1 che dobbiamo abituarci a vedere diversa.

Brawn ha dichiarato:

 “Il messaggio è chiaro, dobbiamo ridurre i costi, e perciò è stato fatto un altro grosso passo in questa direzione. Siamo partiti da 175 milioni di dollari, e c’è voluta una grande battaglia per arrivare lì. Con l’attuale crisi, inizieremo ora a 145 milioni e adesso si tratta di capire quanto davvero possiamo spingere ulteriormente verso il basso questo limite nei prossimi anni. Con la situazione che abbiamo, la sostenibilità economica è la priorità e penso che valga per i grandi team tanto quanto per i piccoli”.

Effettivamente il ragionamento di Brawn si innesta in un processo di cambiamento indispensabile, che permetta di coinvolgere nelle gare, ma soprattutto nei podi, non solo i “tre grandi” ma anche i piccoli costruttori, in nome dello spettacolo che ha caratterizzato da sempre questo sport.

Una F1 come una Super F2

Martedì scorso durante la nostra trasmissione PitTalk anche una voce autorevole del giornalismo automobilistico, Pino Allievi, ha dichiarato “qui cambia tutto…vivremo un’altra F1…” prospettando da addetto ai lavori uno stravolgimento dei canoni del più alto livello di questo sport.

In quest’ ambito l’esponente massimo degli organi direttivi dell’ automobilismo sportivo, il presidente della FIA Jean Todt, ha suggerito una specie di ritorno al passato proponendo l’ipotesi di una F1 drasticamente ridotta anche nei contenuti tecnologici oltre che economici.

Il tecnico Francese ha dichiarato ad Auto Motor und Sport, riferendosi alla crisi della F1:

“Dovremmo porre domande fondamentali ai proprietari di diritti commerciali. Come dovrebbe essere la F 1 in futuro? Nel peggiore dei casi, la F1 come la conosciamo oggi non sarebbe più possibile. Con un limite di costi di 50 milioni di dollari senza eccezioni, non sarebbe niente di simile. Sarebbe una Formula 1 completamente nuova. Una Super Formula 2. “

Va detto che il limite prospettato da Todt (50 milioni di dollari appunto), non sarebbe attuabile nell’immediato ma dovrebbe essere per così dire “spalmato” su più anni (probabilmente sino al 2025), con una progressiva diminuzione dei budget faraonici oggi a disposizione delle squadre di vertice per lo sviluppo delle vetture e la gestione dei team e costituirebbe comunque un termine ultimo per loro difficilmente raggiungibile.

A questa proposta i team interessati hanno posto dei rigidi paletti che, anche in questo caso, hanno delineato un quadro tutt’ altro che roseo nei rapporti tra la Federazione e i costruttori che dal canto loro espongono forti perplessità riguardo una così forte riduzione del budget.

In particolare la Ferrari, attraverso le dichiarazioni del team principal Mattia Binotto, di fronte alla riduzione progressiva di budget, ha paventato l’ipotesi che:

“Se questo limite dovesse scendere ulteriormente, potrebbe costringerci a valutare altre opzioni per garantire il nostro DNA da corsa!“

Uno scenario che più che ad un ritiro dalla F1, come sembrerebbe ad una prima lettura delle affermazioni del tecnico Italo-Svizzero, aprirebbe le porte ad una partecipazione della casa di Maranello ad altre competizioni nell’ambito sportivo o addirittura a scenari quali quelli prospettati da un altro team principal: Chris Horner della Red Bull.

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