F1 | Stirling Moss scompare a 90 anni, eterno secondo con classe

Silverstone Racing as Stirling Moss stops for tea

Stirling Moss potrebbe essere definito l’eterno secondo, ma si tratta di una definizione per certi versi riduttiva, considerato il notevole numero di GP vinti, la sua immensa classe legata a una grinta encomiabile, il suo record di velocità conquistato alla Mille Miglia del 1958 e, soprattutto, la sua grandissima sportività. L’asso del volante inglese è scomparso ieri a 90 anni, ma ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del motorsport mondiale.

Moss è nato il 17 settembre, proprio come Damon Hill, il figlio del grande Graham con cui Moss ha corso e rivaleggiato negli ultimi anni della sua carriera, seppure in squadre diverse. Moss è stato un uomo di grandissima classe. 4 volte secondo, 3 volte terzo, ma avrebbe potuto essere il primo Campione del mondo britannico della storia al posto di Mike Hawthorn… se non fosse stato autore di un gesto dui grandissima sportività e correttezza. E’ stato proprio Sir Moss (lo diverrà un anno più tardi, quando verrà nominato Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, onorificenza alla quale si unirà quella di Cavaliere del Knight Bachelor, entrambe per meriti sportivi), infatti, a chiedere ai commissari del GP del Portogallo di togliere al connazionale della Ferrari quella penalità che gli avrebbe costato il trionfo iridato e che, invece, grazie al suo gesto, ha permesso al ferrarista con il papillon di vincere il Mondiale nel 1958, il primo dopo lo straordinario poker di Fangio. “Ovviamente gli hanno restituito i suoi punti e questo mi è costato il titolo“. Tanto che poi disse “Sono nella posizione esclusiva della gente che dice che avrebbe dovuto vincere e non l’ha mai fatto“. Un gesto di straordinaria sportività che si accompagnava a un incredibile orgoglio patriottico.

La Mercedes SLR McLaren Stirling Moss, realizzata nel 2008

Moss, infatti, oltre che per Maserati e Mercedes corse per Cooper, Vanwall, BRM e Lotus, tanto che nel corso della sua carriera ebbe modo di affermare che “È meglio perdere con onore in una vettura inglese che vincere con una vettura straniera“. Ma fu proprio a bordo di una Mercedes 300 SLR (la Casa di Stoccarda, in collaborazione con la McLaren, gli dedicherà una vettura nel 2008) che l’inglese stracciò il record di velocità alla Mille Miglia nel 1955: 1.597 km percorsi n 10 ore, 7 minuti e 48 secondi, alla media di 157,650 km/h. Non solo, ma l’ultimo tratto di 133 km da Cremona a Brescia venne percorso all’incredibile media di 264 km/h, addirittura più elevata della pole position di Raikkonen a Monza nel 2018!

In quella stagione, poi, conquistò anche la Targa Florio e il Tourist Trophy a Dundrod, successo che ripeterà a Goodwood  nel 1958, 1959 con una Aston Martin e nel 1960 e 1961 a bordo di una… Ferrari (poi venduta al prezzo record di 7 milioni di sterline)! Moss in precedenza si era affermato nella celebre gara britannica anche nel 1950 e 1951 a bordo di una Jaguar, conquistando in totale ben 7 affermazioni, un record mai eguagliato. Moss interruppe la sua carriera nel 1962, dopo un tremendo incidente a Goodwood che gli paralizzò la parte sinistra del corpo per 6 mesi (conservava ancora il volante di quella gara come un cimelio), ma riuscì comunque a tornare al volante, prima nel 1968 alla 84 Ore del Nürburgring a bordo di una Lancia Fulvia HF ufficiale e, poi, nel 1980 nel British Touring Car Championship con un’Audi a fianco di Martin Brundle.

“I rettilinei sono quei tratti noiosi che uniscono due curve”, ecco una delle sue grandi massime che simboleggiano una delle sue caratteristiche: un signore fuori dall’abitacolo ma tanta, tanta grinta una volta che si calava nell’abitacolo delle sue vetture. I volanti piegati che lui stesso conservava come cimeli sono il simbolo della grandissima storia di un pilota capace di disputare ben 54 gare nell’arco di una sola stagione sportiva e per il quale, forse, vincere un titolo mondiale poteva sembrare solo un dettaglio. Un pilota leggendario che ha amato il motorsport fino agli ultimi anni della sua vita e che ha scritto pagine memorabili nella storia dell’automobilismo. E se un poliziotto inglese vi fermava, sapendo che andavate troppo veloci, e vi chiedeva “Chi ti credi di essere, Stirling Moss?” (cosa accaduta anche allo stesso pilota, con i bobbies che non potevano credere ai loro occhi), sappiate che  – sebbene l’abbiate fatta grossa – vi stava accostando a una leggenda del volante, un eterno secondo che non ha mai smesso di stupire il pubblico e gli addetti ai lavori per la sua grinta e per la sua grandissima sportività.

Rest in speed.