Con Angelo Sticchi Damiani, presidente ACI e vice-presidente FIA, abbiamo sfiorato anche il delicatissimo tema economico – legato ai motori – in questo particolare momento storico. Con la pandemia che a livello globale sta non solo mietendo vittime e recando dolore a tante persone ma anche provocando danni alle intelaiature economiche ad i “motori finanziari” di tanti paesi del globo, Italia in particolare.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
Il motorsport non è solo, appunto, uno sport. E’ anche – anzi, soprattutto – fonte di guadagno e sostegno per tante famiglie di impiegati ed addetti nelle varie aziende, grandi o piccole che siano, che orbitano attorno a questo grande, grandissimo movimento.
Ebbene, se il rischio di vedere annullato il GP d’Italia è stato quasi scongiurato – come ci ha anticipato il Presidente Sticchi Damiani, attendiamo ovviamente l’ufficialità – stessa cosa non si può dire per quanto riguarda i danni economici che questo difficile periodo, che ancora stiamo vivendo oggi, ha portato all’intero sistema del motorsport in Italia.
Ad oggi le principali aziende della motorvalley sono ferme. E non parliamo soltanto di Ferrari, AlphaTauri, Dallara, ecc. Parliamo anche dei principali fornitori delle suddette e di tutte le società, anche minori, in giro per tutta la penisola, che hanno rapporti con esse e che fanno parte di un ecosistema complesso che genera lavoro e competenze.
“Il motorsport in Italia da da vivere a tantissime persone! Noi abbiamo fatto un calcolo che è drammaticamente vero. C’è un tale danno che questa sosta ha creato e sta ancora creando a tutto il sistema. E non è un danno da poco. Fino a quando abbiamo fatto il conteggio – che poi abbiamo dovuto aggiornare – noi l’abbiamo valutato in 100 milioni di euro. Il movimento di denaro che tutto il sistema del motorsport in Italia muove è di oltre 1 miliardo di euro annuo. I danni apportati, invece, che dobbiamo aggiornare, ad oggi sarebbero di circa 150 milioni di euro. E se restiamo fermi fino a giugno compreso, rischieremmo di arrivare fino a 500 milioni di danni!
Il nostro è uno sport costoso. Senza voler banalizzare, ma qui non si tratta di comprare una racchetta o una mazza da golf. Qui si tratta di automobili! Ma non è soltanto questo… C’è anche tutto il mondo che gira attorno a tutto ciò, il mondo dei preparatori, quello dell’assistenza, i gommisti, quelli che noleggiano le automobili stesse – che sono quelli che fanno degli investimenti per poi far correre bravi piloti che non hanno la possibilità di mobilizzare grandi somme – e che sono anche largamente diffusi. E quindi questo è un mondo che è entrato in crisi.
Ma forse qualcosa all’orizzonte si muove, qualche spiraglio c’è. Nell’intervista rilasciata a Pit Talk ieri, Sticchi Damiani ci ha parlato di “una bozza già pronta di calendario” e che “si potrebbe partire il 5 luglio in Austria!” (link qui: F1 | Il mondiale 2020 “Si deve correre” – Sticchi Damiani di ACI).
Sebbene manchi ancora ben oltre un mese, sarebbe un segnale di grossa speranza per tantissimi motivi: prima di tutto perchè vorrà dire che qualcosa sta effettivamente migliorando a livello epidemiologico e che il circo della F1 può effettivamente muoversi in una certa sicurezza; poi anche per tutta l’economia che esso muove, soprattutto in un paese cosi martoriato come il nostro e che potrebbe pagare un prezzo ancora più caro di altri per questa grave situazione.
Francesco Svelto