Ospite della puntata 217 di Pit Talk, Angelo Sticchi Damiani vicepresidente della FIA e presidente di ACI, il suo pensiero è chiaro “si deve correre”, naturalmente non appena le condizioni lo renderanno sicuro.
La domanda che tutti si fanno è soltanto una. Partirà il mondiale 2020? Circola una bozza di calendario, quanto c’è di vero?
“Noi abbiamo partecipato a più riunioni sia come organizzatori SIAS – società che organizza il GP d’Italia – sia io, come vicepresidente della FIA ho avuto degli incontri con il presidente Todt ( audio conferenza ) per affrontare il tema di cosa succederà quest’anno con la Formula1. La situazione si sta lentamente delineando. Si deve fare questo campionato del mondo, non si può non correre, ci sono investimenti enormi che sono stati fatti.”
La crisi, in non correre potrebbe mettere in crisi alcuni team e Damiani sottolinea :
“Dobbiamo evitare che qualche team minore non riesca a superare questa fase di stallo.”
“Bisogna correre, è una convinzione generale. Non è che si può forzare su temi della salute e della sicurezza però ci deve essere una volontà sino alla prova che non si possa fare”.
“C’è questa bozza di calendario che prevede di partire a luglio col GP d’Austria – a porte chiuse – e nei mesi di Luglio e agosto si dovrebbero svolgere gare europee, tutte a porte chiuse, compreso Silverstone che si dovrebbe ripetere almeno due volte. Non è ancora definito al 100%, è una bozza su cui si sta lavorando che dovrebbe essere formalizzata in 10/15 giorni.”
“Chiaro che le porte chiuse comporteranno tutta una serie di problemi agli organizzatori al promotore e alla FIA. Noi, venendo al GP d’Italia, per fortuna siamo collocati a settembre in una posizione in cui non saremo i primi ad affrontare il problema” per capire come si evolverà questa situazione.
Riguardo a Monza come ci si sta muovendo riguardo a pubblico e biglietti?
“Noi continuiamo a vendere biglietti e siamo in notevole crescita rispetto all’anno scorso. La gente ci crede e questo ci incoraggia a crederci. Noi non ci siamo rassegnati. Monza è un po’ border-line. Monza sino ad agosto sarà a porte chiuse, da settembre dipenderà da come andranno le cose. Noi ci siamo affidati ad un importantissimo virologo che ci seguirà in questa fase e ci consiglierà come fare il GP e soprattutto come organizzare il paddock che è il luogo che in ogni caso – porte aperte o porte chiuse – rappresenta un’area a rischio.”
Cosa succederebbe se non si corresse a Monza?
“Noi stiamo immaginando vari scenari. Quello che non si faccia non l’abbiamo preso proprio in considerazione.” Se il mondiale riprenderà a luglio “perché noi non dovremmo farlo?”
Silverstone si correrà due volte. E’ possibile vedere un doppio GP di Monza o un’alternanza con Imola per avere due GP in Italia?
“No, assolutamente no, perché sotto i 15 GP crollerebbe il pagato dei diritti TV; si a Silverstone due volte perché da quelle parti ben sette team hanno le proprie factory. C’è vantaggio per tutti. Anche per le tre case che non hanno sede in Inghilterra. C’è il vantaggio di avere un montaggio e uno smontaggio di paddock e box che non è poca roba. E’ complicato costoso e richiede molti uomini. Si cerca di ridurre al minimo tempi e costi della logistica. Mi farebbe piacere farlo a Imola ma non avrebbe senso. A quel punto avrebbe più senso fare due volte Monza.“