La Red Bull ha presentato e subito testato la sua nuova RB16. Forme accattivanti e dettagli estremi caratterizzano sin da ora quella che potrebbe essere una seria spina nel fianco per i contendenti al titolo mondiale.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
Con una livrea praticamente identica a quella dello scorso anno e con una presentazione non reale – come quella della Ferrari di ieri – ma online, la Red Bull ha svelato al mondo la sua nuova RB16. Sarà l’arma che Albon e Verstappen avranno a disposizione per giocarsi le loro chance di successo.
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Ma le foto in formato rendering digitale non rendono. Per capire quanto la Red Bull abbia sviluppato la sua monoposto dobbiamo guardare alle forme viste in pista, dal momento che la RB16 ha già solcato l’asfalto di Silverstone per il suo primo shakedown o filming day (i consueti 100 km a disposizione dei team al di fuori dei test ufficiali e concordati).
https://twitter.com/Insidef1/status/1227552764558921728?s=20
Bella, estrema, con particolari che risaltano all’occhio. L’anteriore prima di tutto, con un muso filante e rastremato che si conclude in una rivisitazione di quel bulbo rispetto al recente passato. Sicuramente questa è una zona in cui Newey ha investito tanto. Le ali sono ancora da scoprire.
Per quanto riguarda il resto, si nota – ma questa non è una novità – una strettissima zona posteriore, a partire dalle fiancate fino a finire alla “Coca Cola”, altra firma di Newey che nelle vetture strette ed estreme trova il suo habitat ideale. Anche in questo caso, l’ala posteriore sarà sicuramente rivista sia per i test di Barcellona sia in vista di Melbourne.
Ora parola ai test. Se Honda avrà trovato la quadra – come pare – per migliorare ancora la sua power unit, Red Bull potrà davvero essere in lotta per un numero di vittorie da considerarsi importante. Forse è ancora presto per il titolo, il vantaggio Mercedes nei confronti del resto della compagnia è ancora molto forte ed evidente, ma i “bibitari” potrebbero issarsi al ruolo di principale contender. Ferrari permettendo.
Francesco Svelto