F1 | Il Mugello si candida al posto di Shanghai

Dopo Imola anche il Mugello si è ufficialmente proposto di sostituire il gran premio cinese. Sembra un ipotesi più percorribile rispetto alle alternative, ma è davvero così?

Il coronavirus è arrivato anche in Italia, e sta creando numerosi problemi. Il campionato di calcio si è adeguato, decidendo di far giocare le partite a porte chiuse. Ma ci sono anche altre nazioni che hanno preso decisioni più drastiche, Cina e Giappone su tutte.

In queste circostanze eccezionali anche la F1 si è dovuta adeguare. Il GP di Cina è stato posticipato a data da destinarsi, ma con molta probabilità non verrà recuperato. Anche il Vietnam è stato confermato ma nel paese del sud-est asiatico la situazione è abbastanza critica.

Da 22 tappe si rischia quindi di passare a 20. Nel mondo ci sono diversi circuiti che sarebbero ben lieti di ospitare la F1, soprattutto in Europa. La prima pista a farsi avanti è stata Imola. Il circuito romagnolo non ospita la F1 dal 2006, ma nonostante questo vorrebbe rientrare nel calendario. Per farlo però servirebbe trovare in poco tempo diverso denaro, soprattutto tramite sponsor. Inoltre l’autodromo avrebbe bisogno di una pesante ristrutturazione che non è ancora iniziata.

Dopodichè anche Hockenheim si è mossa. La pista tedesca ha ospitato la F1 già lo scorso anno e dal punto di vista burocratico avrebbe meno problemi, ma la sua candidatura è stata più tenue.

Infine si è presentata ufficialmente la pista del Mugello. L’autodromo si è candidata per entrare nel calendario già in questa stagione. I problemi economici, diversamente dalle piste citate in precedenza, sarebbero molti di meno. Il circuito è infatti di proprietà della Ferrari, che potrebbe sostenere senza problemi i costi della manifestazione.

Quello che rende questa possibilità poco realizzabile è il tempo. Tralasciando tutti i regolamenti relativi alla logistica, soprattutto per quanto riguarda i team, la possibilità che si riesca ad organizzare un gran premio in fretta e furia sembra irrealistica. Inoltre, la causa scatenante di questa situazione, il coronavirus, è arrivato anche in Italia. Sembra quindi un enorme contraddizione evitare di correre in un paese per emergenza sanitaria se poi si sposta il tutto in un’altra località con una situazione simile.

La speranza di tutti quanti è che si torni il prima possibile alla normalità, che la situazione si risolva il prima possibile e che le conseguenze sul lato umano siano le meno possibili.

Tommaso Magrini
Tommaso Magrini
Editore di F1Sport.it Studente in Operatore Giuridico d'Impresa presso l'Università degli Studi dell'Aquila. Mail: tommasomagrini@f1sport.it

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