F1 | La Ferrari, il motore e quel dubbio legittimo degli avversari

Avere dubbi su un avversario o su la regolarità di una soluzione tecnica non può essere mai criminalizzato. Partiamo da questa affermazione. 

di Antonio Granato

 

Che la Ferrari abbia fatto un salto in avanti importante dopo la pausa estiva è stato evidente, a partire da Spa le performance sono migliorate tantissimo. Si utilizzava in Belgio ancora la specifica 2 di motore ma le prestazioni della SF90 erano comunque sensibilmente migliorate. Certamente, si correva su un tracciato congeniale al basso carico e ad una vettura con basso drag, ed in effetti i sospetti non sono emersi in quell’occasione.

A Monza, pista anch’essa da basso carico, si aspettava una conferma, e puntualmente è arrivata. La specifica 3 della Power Unit di Maranello faceva il suo debutto ma va detto che le prestazioni espresse in pista cominciano a dare sensazioni stupefacenti e per certi aspetti anche sospettose. Una Ferrari in pieno rettilineo con DRS chiuso che teneva dietro una Mercedes con DRS aperto (dotata di quello che era ritenuto fino a quel momento il miglior motore) alle sue spalle.

Gli avversari e non solo cominciavano a stropicciarsi gli occhi va detto. Nessuno poi si sarebbe immaginato addirittura una doppietta a Singapore, e seppur non capitalizzate a dovere una prestazione convincente a Sochi e la prima fila di Suzuka. Pole position a ripetizione non trasformate in vittorie spesso per scelte strategiche discutibili… vedi il Messico…

Pian piano poi si sono rincorse delle indiscrezioni sull’utilizzo di additivi nella benzina, immessa secondo alcuni, attraverso le porosità della serpentina dell’intercooler. Poi le accuse di un utilizzo non legittimo del flussometro e la richiesta alla Federazione di un chiarimento in parte un pò ambiguo e forse chiaro solo alle orecchie di chi doveva intendere. La risposta della FIA arriva proprio poco prima l’inizio del week end di Austin e la coincidenza vuole che proprio durante questo GP la Ferrari di vita ad una delle peggiori performance degli ultimi mesi.

Adesso immaginiamo per un attimo che quella macchina rossa fosse stata colorata d’argento o blu lattina, cosa sarebbe emerso? Che reazioni si sarebbero sviluppate? Vogliamo negare che farsi nascere un dubbio o un sospetto sia un crimine e da condannare? Sono da condannare le parole di Verstappen, si certamente. Come pilota potrebbe tacere al riguardo e non schierarsi cosi platealmente (magari un domani…) “Questo è ciò che succede quando non bari più!” ha dichiarato.

Più diplomatico Toto Wolff: “Abbiamo appena visto i dati della gara e la velocità della Ferrari sembra totalmente diversa rispetto alle ultime gare. Ma ovviamente non so se la causa è la direttiva tecnica o si tratta di un altro problema, non possiamo sapere cosa ha fatto”.

Qui nessuno sta alimentando dicerie o confermando sospetti ma si vuole solo evidenziare quella coincidenza che un sospetto, in modo del tutto naturale e legittimo, può sollevare. Come avevamo anticipato nel corso della puntata 195 di Pit Talk, una Ferrari perfettamente legale ma con una soluzione che muovendosi nelle zone grigie possa dare adito a male interpretazioni tanto da indurla per precauzione a rivederla e momentaneamente ritirarla. Perchè no? Magari studiando anche accorgimenti che possano dissipare ogni dubbio ed essere a prova di qualsiasi reclamo ufficiale o ufficioso.

Ma il dubbio permettetecelo di mantenerlo e il senso critico anche, sia che la squadra sia di un colore che di un altro.