F1 ed ecosostenibiltà, è la strada giusta?

La F1 ha annunciato l’intenzione di adottare tecnologie in grado di far correre monoposto che ridurranno a zero l’impatto di C02 con l’ambiente. Dal 2030 sarà rivoluzione ma un’ecosostenibilità così esasperata è la strada giusta per la categoria?  Il rischio è quello di snaturare l’essenza di uno sport fatto da sempre di “uomini e motori”, motori veri.

| di Alessandro Francese

La F1 nella sua storia ha attraversato sostanzialmente tre enormi cambiamenti.

  • L’allocazione del motore al retrotreno. Fu  La Cooper fu la prima macchina  a posizionare il motore dietro al pilota.
  • L’avvento dal 1968 in poi delle ali per aumentare l’aderenza in curva.
  • L’arrivo delle power-unit ibride dal 2014 per iniziare un percorso di aumento del rapporto performance /ecosostenibilità dei motori.

La F1 ogni anno si è voluta, ha cambiato regole e regolamenti ma sostanzialmente sono state queste le tre grande rivoluzioni che ne hanno segnato la storia.

Dal 2025 ci sarà l’intenzione di avere un Paddock più ecosostenibile, dal 2030 quella di avere delle monoposto a zero emissioni. Ciò avverrà attraverso power-unit sempre più elettrificate e lontane dal concetto di motorsport che almeno in parte oggi ancora c’è.

Tutto molto bello ma fermiamoci un attimo a riflettere. Liberty Media ha saputo rendere la F1 un po’ più frizzante e spettacolare, dal 2021 con i nuovi regolamenti forse lo sarà ancor di più ma qualcosa non torna.

 

La F1 è nata in Europa ed è stata sapientemente esportata da Bernie Ecclestone nel mondo. La filosofia della F1 è sì stata eurocentrica, ma da tutto i mondo è sempre stata considerata la massima competizione in tema di automobili da corsa.

Globalizzarla va bene, stravolgerla no. E’ irrispettoso. La F1 è rumore, adrenalina, velocità, sudore dei piloti, odore di gomma e benzina.

“Parlare di ecosostenibiltà? Noi siamo gente che consuma benzina per andar il più forte possibile” -Kimi Raikkonen-

Ecco cos’è la F1. Parola di Kimi Raikkonen che ha così commentato un’uscita di Hamilton riguardo il suo essere vegano ed il suo impegno ambientalistico (giustissimo ma un po’ utopico dato il lavoro che fa …) .

Va bene creare motori che inquinino meno ma parliamo di un Circus che si sposta per il pianeta 20 volte l’anno e di 20-22 macchine che girano in un luogo una volta l’anno per un paio d’ore al giorno. E’ lui che inquina, il Circus? Ma dai.

C’è davvero la volontà ed il bisogno di essere così ecosostenibili? Io dico di no. O meglio non così. La F1 è un motore che urla, una macchina che sfreccia, un uomo che porta sé stesso ai limiti del mezzo e delle proprie capacità e paure. La F1 è un’emozione, tutto ciò che si vuol fare è anche bello ma è un’altra cosa. E per quello c’è già un progetto, la Formula E.

Ma che cosa c’è di emozionante nell’ibrido o nell’elettrico portato nel motorsport? Quel leggero ronzio? Per carità.

La politica di ecosostenibilità della F1 dovrebbe essere fatta in altro modo. Rifiutare di correre in paesi dove gli accordi per la riduzione della CO2 sono ignorati, rifiutare di correre in posti dove i diritti umani sono lontani dall’essere riconosciuti. Farebbe scalpore, rumore, sarebbe molto più utile per le nostre coscienze dell’utopica intenzione di contribuire a ripulire il mondo con monoposto a impatto zero di CO2.

Il rischio è che la F1 diventi troppo simile alla FE e che in futuro addirittura possa avvenire una fusione. Per la mobilità futura  il laboratorio Formula E c’è e funziona. Lasciatelo lavorare e crescere ma permettete alla F1 di restare sul suo olimpo di gloria.

Liberty media sbaglia, la F1 e l’America non sono mai andate troppo d’accordo. Loro hanno gli ovali, noi Monaco, Silverstone, Monza e Spa. Loro hanno Chevrolet e Ford, noi i sogni.

La F1 sta prendendo una deriva ambientalista che stravolgerà la sua essenza. Ferrari con il suo diritto di veto forse sarà l’unica a poter fermare o limitare questi cambiamenti.

Per citare Vettel a Sochi: “Bring back the fucking V12”. Forse sbaglierò ma io la penso come lui.

 

 

Alessandro Francese
Alessandro Francese
Appassionato di sport, motori e Alfa Romeo ho sempre cercato di fare dei miei interessi un lavoro. Dalla tesi su Gianni Brera al mio impegno quotidiano in una concessionaria, almeno in parte, credo di esserci riuscito. Questo però è solo l'inizio! "Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere." Cit. Ayrton Senna

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