F1 | Brasile: Ferrari, l’episodio più grave degli ultimi decenni

L’episodio occorso ieri a Vettel e Leclerc è qualcosa di clamoroso che denota non solo la rivalità ormai scoppiata tra i due piloti (e questa non è una novità) ma anche la mancanza di una figura carismatica che gestisca la cosa. E’ il fatto più grave degli ultimi decenni di casa Ferrari. 

di Francesco Svelto |

 

Chi scrive, sul fronte social, ha usato un termine più forte, più colorito. Forse inadeguato. Ma la foga e il caos del momento non hanno lasciato spazio ad altre interpretazione se non quella che l’episodio chiave del Gran Premio del Brasile fosse di una gravità tale da scalare rapidamente tutte le classifiche – non solo del sottoscritto – degli episodi più controversi legati alla Ferrari degli ultimi decenni (notare il plurale).

Sia chiaro. Di episodi chiave, più o meno gravi, il team di Maranello ne ha visti tanti. Si pensi ad Abu Dhabi 2010, si pensi a Singapore 2008. Ma questi esempi erano si, fatti salienti, ma pur sempre errori/sfortune legate a dinamiche di gara.

Ciò che è successo ieri in quel di Interlagos, invece, con le dinamiche di gara c’entra davvero poco. Se di dinamiche si vuole parlare, ora, lo si deve fare nell’ottica degli equilibri e gerarchie che vigono (o non vigono) tra i due piloti e tra i piloti e che li deve (o dovrebbe!) gestire in modo oculato. Perché, davvero, cercare tra gli annali della Ferrari un episodio simile bisogna tornare a fine anni 80 con la coppia Prost-Mansell e, prima ancora, addirittura agli anni 70 con Lauda-Regazzoni. E state pur certi che se ci fosse stato qualcun altro ai posti di comando, neanche lontanamente avrebbe permesso il verificarsi di questa scia di eventi. Capite ora perché l’episodio di oggi è di una gravità quasi senza precedenti.

E ad ogni modo, delle azioni cosi – nonostante oggi ci sia quello slang “corsaiolo” che tanto va di moda, quel free-to-race che denota totale libertà e responsabilità delle proprie azioni in pista – difficilmente accadono tra compagni di squadra.

Che la bomba in Ferrari sia scoppiata, questo era risaputo ed è notizia non certo di oggi. Troppi erano stati gli episodi in gara tra strategie, soste ai box, gomme più o meno nuove, che avevano fatto girare le scatole a turno prima all’uno e poi all’altro (forse qualche volta in più a Leclerc, se vogliamo dirla tutta).

Ma ieri no. Ieri si è davvero toccato il fondo. E – scusate la polemica – non importa se sei dal divano a vedere la gara oppure se hai decenni di esperienza in pit-lane, lo saprebbero anche i muri che l’episodio di oggi è un effetto anche di una cattiva gestione dei due alfieri in rosso.

Un episodio, se vogliamo andarlo ad analizzare un attimino nella sua dinamica, evitabilissimo, le cui conseguenze sono state “tragiche” ma le cui cause scatenanti sono minime. Questo a detta dei piloti.

Se rivediamo però la sequenza dei fotogrammi, notiamo che Vettel sembra “subire mentalmente” il sorpasso con effetto sorpresa di Leclerc alla S di Senna e, scottato, tenta con tutte le forze di andare a riprendersi la posizione sfruttando l’allungo dopo curva 3. Quando le due Ferrari si affiancano, Leclerc tenta di mantenere l’interno per difendersi mentre Vettel, sull’esterno, sfruttando l’allungo, supera quasi del tutto il compagno. Quasi, appunto. Perché il tedesco “calcola male” gli spazi e cerca di rientrare verso il centro della traiettoria non curando del fatto che al fianco c’è il compagno che non aveva ancora del tutto superato e che non ha neanche minimamente accennato a scansarsi per tentare di ottenere il massimo alla staccata al fine di mantenere la posizione. Come è andata a finire lo sapete ormai tutti.

Binotto, Leclerc, Vettel, Ferrari, 2019Dicevamo che la bomba è scoppiata. Qua abbiamo a che fare con una coppia formata da un 4x WDC nel pieno della propria maturità e che ha un obiettivo ben preciso (quello di vincere a bordo di una Ferrari, con tutte le pressioni che la cosa in se comporta) e un pilota giovane e talentuoso che ha ancora qualcosa da affinare ma che non vuole altro che demolire gli avversari in pista. E poco importa se il compagno di squadra si chiama Sebastian Vettel e che muove un barca da 40 e passa milioni di euro l’anno: proprio lui è il primo avversario.

Tra l’altro Vettel, nella fattispecie di questo episodio, abbiamo scritto di come possa essere stato scottato dal sorpasso subito in pista (avvenuto, c’è da dirlo, in inferiorità di gomma) ma questo non è stato l’unico episodio negativo per quanto concerne il tedesco. Vettel, infatti, ha in prima istanza sbagliato la partenza e vanificato la prima fila conquistata sabato e, successivamente, subito un sorpasso – bellissimo per manifattura – da Albon che sa di smacco. In entrambi i casi non ha opposto molta resistenza. Con il compagno di squadra, invece si. E i motivi sono facilmente comprensibili: Leclerc partiva 14esimo, rischiava di finirgli davanti; inoltre c’era l’annosa questione delle gerarchie per la prossima stagione.

Ecco appunto, la prossima stagione. La Ferrari, parlando della stagione in corso, perde un quarto e quinto posto (poca roba in se, questo episodio ha oscurato il fatto che la competitività a Interlagos non è stata certamente al top) che potrebbero rivelarsi decisivi per lotta del podio finale. Poco importa se non si tratta di vittoria di un mondiale, quando si tratta di Ferrari c’è in gioco l’onore, il blasone, la storia, la dignità.

Ma è proprio in vista della prossima annata che questi ultimi appuntamenti iridati non hanno sortito l’effetto sperato. Dovevano essere utilizzati per amalgamare l’ambiente e la coppia piloti, nella fattispecie, in vista dell’anno prossimo e invece la gestione di Binotto ha portato alla deflagrazione. E adesso?

 

Francesco Svelto

Francesco Svelto
Francesco Svelto
Non tifo e non simpatizzo squadre e piloti. Amo tutto ciò che è pure-racing a 4 ruote! Nota bene, ho scritto "pure-racing".

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