Mattia Binotto dopo quanto accaduto in Brasile tra Leclerc e Vettel avrà il suo bel da fare, soprattutto in ottica 2020. La Ferrari qualora dovesse avere una monoposto competitiva per il mondiale, rischia di rovinare tutto con il dualismo interno tra i due piloti. Sull’argomento è intervenuto ai microfoni di Pit-Talk Pino Allievi.
| di Alberto Murador
Mattia Binotto si sarà sicuramente messo le mani sui capelli subito dopo il contatto tra Vettel e Leclerc nel corso degli ultimi giri del GP del Brasile di domenica scorsa. Il team principal della Ferrari farà un briefing a Maranello con la presenza di entrambi i piloti, per cercare assolutamente che incidenti come quelli di domenica non accadono nuovamente. Alla fine non è stato tanto Vettel a rimetterci, o Leclerc, ma esclusivamente a rimetterci è stato il team di Maranello.
Binotto subito dopo la conclusione del GP ha affermato che a sbagliare sono stati entrambi i piloti. Tuttavia anche il team principal della rossa ha le sue colpe, per come ha gestito la situazione tra Vettel e Leclerc nelle fasi salienti della corsa.
Poi si sa, gestire le cose all’interno della Ferrari non è mai semplice, sia chiaro eh! Ad ogni modo Binotto non ha minimamente alluso le sue colpe, anzi, e forse questo da parte sua non è stata una bella dichiarazione.
Sull’harakiri brasiliano della Ferrari è intervenuto ai microfoni di Pit-Talk Pino Allievi. Lo storico giornalista della Gazzetta dello Sport ha dichiarato che Binotto ha sopravvalutato l’intelligenza sotto stress di Leclerc e Vettel.
“Binotto domenica ha sopravvalutato l’intelligenza dei due piloti. Cioè l’intelligenza sotto stress, chiariamo. Sotto stress cambia tutto. Binotto li ha sottovalutati un po’ come velocità, e li ha sopravvalutati come cervello. E loro hanno fatto il patatrac. E’ chiaro che li devi metterli con le spalle al muro, e chiarire che loro facciano quello che vogliono. Però devono arrivare primo e secondo e portare le macchine al traguardo.”
Poi Allievi ha aggiunto che questo tipo di situazioni capitano quando in squadra si hanno due piloti che hanno lo stessa velocità e rendimento. Come è successo in questi ultimi GP alla Ferrari, o come è accaduto qualche stagione fa alla Mercedes quando nel team tedesco c’erano come piloti Hamilton e Rosberg.
“Quando tu hai in squadra due piloti più o meno dallo stesso rendimento, come oggi il caso della Ferrari, succede. Succede. E’ successo in Mercedes con Rosberg ed Hamilton, nel momento breve in cui Rosberg è andato forte quanto Hamilton. Sono cose che possono succedere.”
Tornando al GP del Brasile, nel momento del crash tra i due ferraristi Leclerc aveva le gomme più fresche rispetto a Vettel. Forse il muretto del team di Maranello (Binotto in primis) avrebbe dovuto dare un ordine di scuderia nel far alzare il piede al pilota tedesco lasciando passare Leclerc.
Si sarebbe certamente evitato lo scontro in pista tra i due ferraristi. Il monegasco poteva puntare al secondo posto, mentre Vettel in quel frangente non aveva lo stesso ritmo del monegasco. Poi è successo quello che è successo: due Ferrari fuori dalla corsa, zero punti conquistati, e perdita del terzo posto nella classifica piloti a favore di Verstappen.
Ad ogni modo dagli errori si impara. Questa è un’altra cosa che insegna la F1. Ci si può “consolare” con il fatto che l’harakiri Ferrari è capitato in un GP dove non c’era in palio nulla di grosso. Pensate se fosse capitato in piena lotta mondiale un episodio del genere? Sarebbe accaduto a dir poco il finimondo.
Alberto Murador