La Ferrari non concretizza la prima fila tutta rossa delle qualifiche e con una partenza disastrosa vanifica quanto di buono aveva portato a casa qualche ora prima. In gara il passo non è stato sufficiente: Vettel finisce secondo e Leclerc addirittura sesto per una partenza disastrosa che l’ha visto impattare contro Max Verstappen.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
Appena qualche ora fa avevamo scritto di una Ferrari che aveva monopolizzato la prima fila di Suzuka. Ebbene, quella prima fila non è durata neanche un giro. La gara del Giappone, per la Ferrari, è stata a dir poco disastrosa.
Facciamo una premessa. Al di la di quelli che sono gli episodi chiave della gara Ferrari, è giusto sottolineare che il passo gara non era assolutamente dominante. Anzi, tutt’altro. Un degrado eccessivo e un bilanciamento non ottimale, come spiegato da Binotto, non hanno permesso alla Ferrari di continuare ad essere il riferimento dopo le qualifiche.
Ma veniamo alla gara.
Un episodio chiave è stato ovviamente, come scrivevamo, alla partenza. Le due Ferrari partono molto male, con la camera frontale che sembra quasi che tutto il gruppone, dietro, si spalanchi a ventaglio e possa fare un sol boccone delle due Rosse.
Addirittura Sebastian Vettel è stato protagonista di uno scatto in avanti a semafori ancora accesi. Uno jump start. Vedremo poi che la direzione gara, dopo diversi giri, stranamente – c’è da dirlo! – non sanziona il tedesco per quel movimento. Proprio nei momenti in cui scriviamo è stata data la spiegazione: il movimento delle ruote di Vettel è stato talmente minimo da rientrare nella tolleranza del sensore. Francamente, per chi scrive, è una spiegazione che non regge, Raikkonen in Russia è stato penalizzato per la stessa cosa.
La no sanción a Vettel. El vídeo muestra que se avanza pero los sensores dejan el movimiento dentro la tolerancias que tienen definidas en el sistema durante las salidas. pic.twitter.com/OLR8oVnBte
— Albert Fabrega (@AlbertFabrega) October 13, 2019
Ad ogni modo la Ferrari parte maluccio con Bottas che scatta come un proiettile e prende la testa e Vettel che a fatica si accoda.
E Charles Leclerc? Anche il monegasco non ha avuto uno spunto felice ed è stato affiancato, nella prima – stupenda – curva verso destra da Max Verstappen che all’esterno ha tentato il sorpasso.
Come noto, quella curva è molto lunga, parte con un angolo largo e tende a stingersi. E proprio verso il finale, con Verstappen che era un pelino avanti e teneva la sua traiettoria, il monegasco si allarga e va a carambolare nella fiancata sinistra della Red Bull. E li è il disastro.
Risultato: Verstappen nella sabbia e Leclerc con macchina danneggiata nelle paratie esterne dell’ala anteriore che dopo qualche giro si è disintegrata andando a spargere pezzi sulla pista e anche addosso ad altre macchine (Hamilton che seguiva Leclerc ha avuto dei pezzi molto vicino al casco). Il monegasco è costretto ad un pit stop – imposto dalla FIA! – per la sostituzione di quel che rimaneva dell’ala e quindi la sua gara è definitivamente compromessa.
Ad ogni modo sono questi appena elencati i fatti che hanno disastrato la gara delle Ferrari. Con la postilla che l’episodio Leclerc-Verstappen sarà investigato dopo la gara e non è detto che non ci possano essere ulteriori ripercussioni.
La gara poi va avanti in maniera piuttosto regolare. Le Rossa di Vettel sceglie una strategia a due soste ma, come lo stesso tedesco ha ammesso a fine gara, il passo non era sufficiente per mettere in discussione la vittoria degli avversari e solo grazie ad una strategia alquanto “stramba” per Hamilton (ma lo approfondiremo a parte), ha conquistato la piazza d’onore sul podio dietro Bottas e davanti allo stesso Lewis Hamilton.
Tuttavia, come ormai sappiamo bene, una caratteristica della SF90 è la grande velocità in rettilineo e non è detto che questo non abbia potuto mettere in difficoltà i piani della Frecce d’Argento. Ma stiamo parlando di ipotesi.
https://twitter.com/ScuderiaFerrari/status/1183270953838678017?s=20
Insomma, un disastro. Nel giorno del sesto titolo mondiale per la Mercedes abbiamo visto una Ferrari che c’ha messo tanto di suo per compromettere una gara che forse poteva finire diversamente.
Francesco Svelto