F1 | Monza 1993: Riaccende le speranze Ferrari

Dopo i test d’agosto, i tifosi della rossa restano dubbiosi: c’è chi da credito ai propositi di vittoria di Alesi e chi, invece, sposa le tesi di Berger e Todt che pronosticavano una Ferrari da podio ma comunque lontane dalle imperdibili Williams.

A Maranello, lo staff guidato dall’Ingegner Lombardi, sta approntando una nuova versione del mitico V12, specifico per la gara italiana, dotato di 48 valvole che al banco gia sembra più performante del V10 Renault.
Il week end di gara si apre all’insegna della Ferrari, Alesi sembra mantenere le promesse, e riesce a piazzare la sua Ferrari in cima alla lista dei tempi. Addirittura, durante le qualifiche del venerdì, solo le Williams, non senza difficoltà, riescono a superare la rossa.

Durante le interviste di rito il francesino della Ferrari non risparmia complimenti a nessuno anzi esalta la grande mole di lavoro messa in atto dalla squadra corse per arrivare a ottenere questi risultati. Unica nota stonata, ma non per colpa sua, sono le prestazioni di Berger, che, ancora febbricitante per i postumi di un infezione, in pista non riesce ad incidere più di tanto.
Al sabato, anche i più scettici, riempiono gli spalti. La voglia di vedere una Ferrari vincente è tanta e la speranza è enorme.
Al sabato però le Williams dettano legge, Alesi prova a resistere ma nulla può contro le macchine inglesi e, seppur con un distacco minimo, riesce ad essere il primo degli “altri”.

Mentre Alesi, procedendo piano, sta salutando il pubblico, il suo compagno di squadra, non accortosi della fine delle prove, sopraggiunge alla variante Ascari a folle velocità’, accortosi della presenza dell’altra Ferrari lenta, scarta improvvisamente andando a impattare contro le barriere. Per fortuna, a parte, qualche contusione il pilota non riporta danni e i favolosi meccanici della rossa, riescono a riparare la macchina in tempo per la corsa.

Il giorno della gara la speranza del pubblico vince sulla certezza. La Ferrari difficilmente vincerà la gara, ma si spera che almeno possa essere protagonista di una corsa d’attacco.
Allo scattare del verde ecco Alesi che, bruciando Hill sullo scatto, arriva alla Chicane in seconda posizione mentre lo sfortunato inglese arriva al contatto con Senna relegando entrambi all ottavo e al nono posto. Con i serbatoi pieni la Williams e’ obiettivamente troppo forte e, forse lo sforzo di tenere il passo della macchina inglese, forse la voglia di non forzare troppo la macchina, Alesi deve cedere anche a Schumacher accodandosi in terza posizione.

La gara vive della rimonta di Hill che uno a uno supera i vari avversari arrivando anche a passare la Ferrari numero 27. Quando ormai la gara vive stancamente i suoi giri finali, ecco il primo colpo di scena, Schumacher si arrende alla sua Benetton e Prost, stranamente comincia a rallentare. A 5 giri dalla fine il motore della Williams del transalpino esala l’ultimo respiro, regalando la vittoria a Damon Hill, ma soprattutto la piazza d’onore alla Ferrari numero 27, numero caro ai ferraristi.

Mentre la Ferrari coglie il suo miglior piazzamento dell’anno anche la Minardi, suo malgrado è protagonista: sul rettilineo d’arrivo, nel corso dell’ultimo giro Fittipaldi impatta sulla vettura del compagno Martini decollando e compiendo uno spettacolare volo. L’italiano mantiene il controllo della macchina mentre il brasiliano, ironia della sorte, riesce ad atterrare sulle 4 ruote e a tagliare il traguardo per inerzia proprio dietro al proprio team mate.
Alesi autentico trascinatore, compie il giro d’onore con una bandiera Ferrari e il pubblico si scopre orgoglioso di quella macchina e di quei colori.
Qualche lacrima riga i volti del pubblico sugli spalti e dei meccanici ai box; la Ferrari è tornata