F1 | Jo Ramirez: “Senna si sta rigirando nella tomba!”

Intervistato da Tom Clarkson a Beyond The Grid, il podcast ufficiale della F1, Jo Ramirez – storico team manager McLaren – critica duramente l’evoluzione della categoria, augurandosi per il futuro il ritorno a competizioni più coinvolgenti e combattute.

di Filippo Toffanin

La figura leggendaria di Ayrton Senna da Silva ancora oggi permea i ricordi, le sensazioni, i pensieri di appassionati e addetti ai lavori del Circus. Un’icona la cui fine prematura ha segnato in maniera indelebile la F1, sancendone il passaggio dall’età dell’oro ad una modernità le cui evoluzioni tecniche e sportive continuano a far discutere. Jo Ramirez, tra i professionisti più longevi del paddock con oltre quarant’anni di corse sulle spalle, ha espresso forti perplessità circa la piega presa dallo sport negli ultimi anni nel giudizio delle situazioni di gara, soprattuto alla luce degli episodi salienti di questa stagione: il crash Vettel – Hamilton in Canada e la ruotata di Verstappen a Leclerc in Austria.

Lasciamoli correre. Perché creare tutte queste penalità? Ayrton lo diceva sempre: se c’è uno spazio per infilarti, ci provi. Il momento in cui smetti di farlo, non sei più un pilota. Naturalmente potranno esserci degli incidenti: chi sta davanti proverà sempre a difendersi e magari ogni tanto con delle collisioni. Il duello in pista è l’essenza delle gare”.

Quanto la F1 di oggi è diversa da quella di Prost e Senna? Ramirez non ha dubbi:

“Mi sono ritirato nel 2001, da allora i soldi hanno preso il controllo di questo sport. I soldi e un eccesso di regolamentazione. Ne sono sicuro, per quel che vede da lassù Ayrton si sta rigirando nella tomba”.

Le difficoltà odierne secondo Ramirez non sono solo solamente ascrivibili a chi governa la categoria, ma ai piloti stessi, colpevoli di aver dimenticato il cameratismo di allora.

“Erano molto più uniti in passato. Oggi la GPDA (Grand Prix Drivers’ Association – ndr) fondamentalmente non esiste. I campioni dovrebbero essere quelli che la fanno funzionare, e invece guarda Hamilton: alle riunioni non c’è mai. Tutti hanno la loro agenda individuale, pensano in primis a se stessi. Dovrebbero unirsi e combattere”.

Il messicano tornando poi al terribile week-end di Imola 1994, ha nuovamente smentito le illazioni postume sul fatto che il campione brasiliano stesse meditando il ritiro, paragonando anzi la sua situazione di allora a quella di un altro pilota di oggi, e tornando poi alle rivelazioni in ottica Ferrari rilasciate anche a F1sport.it in occasione del Minardi Day:

“Assolutamente no. Non aveva nessuna intenzione di ritirarsi. Certo, il sabato era stato terribile (con la morte di Ratzenberger nelle qualifiche – ndr), Sid Watkins che gli consigliò di non gareggiare… ma la domenica mattina era pronto, voleva vincere. Sentiva la macchina molto meglio nel warm-up, era soddisfatto. Era sicuramente disincantato dalla F1, vedeva cose che forse non gli piacevano più. Un po’ come Vettel oggi. Ma non si sarebbe ritirato con la Williams, lo avrebbe certamente fatto in Ferrari”.

Chiosa finale su Lando Norris, e sulla nuova generazione di piloti:

“Sono sorpreso, positivamente sorpreso da quanto è veloce Lando Norris. McLaren ha una solida coppia di piloti, e finalmente sta tornando al vertice. Tutta la nuova generazione sta spingendo”.

Filippo Toffanin