F1 | Mansell-Piquet, in Williams scoppia l’altra rivalità

Nelson Piquet e Nigel Mansell: anatomia dell’altra rivalità che ha infiammato la F1 alla fine degli anni 1980 all’interno di uno stesso team, la Williams.

La rivalità più famosa della storia della F1, si sa, è quella tra Alain Prost e Ayrton Senna, che nel corso dei loro anni in McLaren (ma non solo) hanno sempre lottato senza esclusione di colpi per arrivare a quello che rappresenta il risultato massimo, vale a dire il titolo iridato. Ma nell’ombra di questi due autentici fuoriclasse ci sono stati altri due grandissimi protagonisti della scena dell F1 mondiale, anche loro grandi rivali e anche loro compagni di squadra, che tra l’altro hanno rivaleggiato anche con questi due. Stiamo parlando di Nelson Piquet e Nigel Mansell, due piloti per certi versi all’opposto, istintivo l’uno e calcolatore l’altro (per certi versi ricordano proprio Prost e Senna), che per uno scherzo del destino si sono ritrovati a condividere nella stessa squadra, esattamente come il francese e il brasiliano, due stagioni della loro carriera.

I due partono da un dato comune: il mese di nascita, agosto; 8 Mansell e 17 Piquet, entrambi sotto il segno del Leone (forse da qui è nato il soprannome che è stato dato dai tifosi italiani all’inglese…) e, dunque, entrambi caratterialmente forti, molto forti. La loro rivalità, che emerge da subito, sembra proprio ripercorrere la storia che si vivrà in McLaren due stagioni più tardi: c’è un due volte iridato, Piquet, e un altro pilota che sta cercando di mettersi in luce, Mansell, a voler smentire le parole durissime di Peter Warr, che pronosticarono l’assenza di vittorie del baffo più veloce d’Inghilterra fino a che lui non sarebbe stato in vita. Detto, fatto; non appena mette piede in Williams, l’anno successivo, nel finale di stagione l’inglese infila una dopo l’altra le sue prime due affermazioni in carriera, ma forse mai avrebbe potuto pensare che l’anno successivo avrebbe addirittura lottato per il titolo. Come detto, al suo fianco, dopo Keke Rosberg, arriva Nelson Piquet e tra i due il rapporto non è idilliaco, anzi.

L’inizio della stagione vede proprio lui, Piquet, andare a prendersi il comando della classifica, ma dopo poche gare Mansell farà subito capire che per conquistare il suo terzo titolo il brasiliano dovrà sudare parecchio. Prima, in Spagna, lo supera di slancio andando poi a contendere la vittoria a Senna, che lo beffa sul traguardo per 14 millesimi,  poi inizia a inanellare una serie di affermazioni che lo portano in testa alla classifica. la più bella arriva a Brands Hatch, davanti al pubblico di casa, quando a fare la sua comparsa arriva il boss, Frank Williams, che finalmente poteva tornare ai box dopo il terribile incidente che lo costringerà per sempre sulla sedia a rotelle. Mansell e Piquet lo saluteranno con una straordinaria doppietta che manda in estasi il pubblico accorso sulle tribune del tracciato inglese per omaggiare il manager che di lì a pochi anni avrebbe dettato legge in F1. Piquet non si dà per vinto e a Budapest regala un colpo di classe che rimane indelebile nelle antologie della F1, con un sorpasso incredibile all’esterno su Senna, con la monoposto che sbanda e il brasiliano che la controlla quasi come se stesse reggendo la sua ballerina in un passo di tango per evitare che cada… una manovra da autentico fuoriclasse, sia per la zona scelta per il sorpasso sia per il successivo controllo, dal quale i piloti attuali hanno solo da imparare… Ma se credevate che le emozioni sono finite, che dire del duello di Monza? Piquet si ripete, questa volta ai danni proprio del compagno di squadra, e porta a casa un altro successo.

Tutto si deciderà ad Adelaide, ma saranno i problemi di gomme che, prima, regaleranno un incredibile successo alla Benetton di Berger e, poi, costringeranno Mansell al ritiro in Australia, a causa dell’esplosione della gomma posteriore destra. Il tutto era nato dalla promessa della Goodyear di aver portato una gomma che avrebbe consentito ai piloti della Williams di terminare la gara senza soste, ma così non avvenne. Anche Piquet si ritira e, alla fine, tra i due litiganti il terzo gode. Prost passa alla cassa, vince la gara e si assicura il suo secondo mondiale, lasciando alla Williams il titolo costruttori.

Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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