F1 | Vettel: il buio oltre la siepe

Alla luce del recente ennesimo errore di Sebastian Vettel nel GP di Gran Bretagna, ci si chiede perchè Vettel sia arrivato a tanto, senza mai riprendersi davvero dal disastro dello scorso anno.

Montreal ‘18

Silverstone ‘18

Spa ‘18

Hockenheim ‘18

Monza ‘18

Suzuka ‘18

Il buio.

Il declino inesorabile di Sebastian Vettel marchiato psicologicamente, ancora, dopo un anno dalla disfatta di Hockenheim 2018, momento cruciale per la storia del mondiale dello scorso anno, è evidente.

Dov’è finito Sebastian Vettel? Tutto il circus se lo chiede, tutto il motorsport lo aspetta, ma Seb non c’è.

Il 4 volte campione del mondo è ormai smarrito, in balia di situazioni complesse e con una pressione psicologica addosso, che forse lui stesso ha amplificato. Vettel non è più sereno, non si è mai totalmente ripreso da quella batosta, eccezion fatta per SPA 2018 e Montreal 2019 (pole position e vittoria mancata per penalità inflitta), sono state pochissime le gare in cui Sebastian Vettel ha fatto il Sebastian Vettel.

Arrivato alla Ferrari nel 2015 come appiglio per ripartire, evidenziando una evoluzione gigantesca tra 2017 e 2018…e poi il nulla. Sebastian Vettel manca.

Parlano gli errori, parla il suo volto, sì concentrato, ma sempre molto teso nel corso dei weekend, lo si percepisce nelle sue parole nei confronti di come è impostata oggi la F1; è un Vettel lontano dagli anni in Red Bull.

Non aiutato sicuramente dalla situazione della scuderia, specialmente in questo 2019, sempre al limite e al di sotto delle aspettative, non agevolato dalla presenza del suo compagno, asso e ormai astro nascente della futura F1, ma soprattutto non è aiutato da se stesso, perché si nota che qualcosa ormai si è rotto.

Non sappiamo cosa può aver portato l’ex Red Bull a questo punto, sicuramente un crollo psicologico dovuto al confronto con Lewis Hamilton o semplicemente una mancanza di fiducia in seguito alle sbavature commesse, culminate nel disastro del GP di Germania del 2018, che unite ad una serie di eventi hanno prolungato questo periodo di smarrimento, fino ad oggi, dove la risalita sembra sempre più ripida e la vittoria dista (temporalmente) quasi un anno.

Ha sempre dimostrato dedizione e passione per ciò che fa, amore per l’auto che guida, tanto da imparare un ottimo italiano, ma è evidente che il tedesco mentalmente sta patendo tantissimo questa situazione da cui non riesce a riprendere fiato, non riesce a risalire.

La conferma più recente è stata durante il GP di Silverstone, nel tentare un controsorpasso su Max Verstappen, commette un errore di valutazione, tamponamento, gara fuori dalla zona punti.

Dispiace per lo sport, dispiace per i risultati e per il pilota che è Sebastian, non poterlo vedere al 100% della sua condizione e regalarci prestazioni come Bahrein 2018 o Monaco 2017, ma l’involuzione è stata netta e il ragazzo non è più come una volta, non sappiamo se mai potrà ritrovarsi o se deciderà di “appendere il casco al chiodo”, una volta conclusasi questa stagione.

Vive una costante pressione, dovuta ad una serie di complicanze che hanno anche rovinato il suo rapporto con la tifoseria, pressione trasformata in nervosismo, che nei momenti critici portano Sebastian a situazioni limite in cui è come se si sentisse in dovere di strafare, di realizzare una “giocata della domenica”, che possa andare oltre i limiti della “normalità”…ma non va’, perché se un 4 volte campione del mondo sente questa necessità vuol dire che ci sono dei problemi.

Condizionato anche dalla sfortuna, da situazioni poco piacevoli, che portano sempre il pilota della Ferrari in una cattiva luce, una luce fioca, oscurata anche dal giovane Charles Leclerc, che sta dimostrando un talento smisurato in pista.

Nell’insieme delle cose Sebastian Vettel è in un limbo, non sa come uscire, né se restarci e l’unico modo per uscirne è grazie a sé stesso. Vettel deve tornare Vettel.

Il rosso opaco della SF90 per Sebastian è ormai diventato un nero pece, insostenibile e con cui è ingombrante convivere, ma tutti sappiamo quanto vale e solo lui dev’essere in grado di dimostrarlo, perché è a tutti gli effetti uno dei piloti più incisivi della F1 moderna.

Lo rivedremo al top o siamo ormai a dei tristi titoli di coda?

Non lo sappiamo, ma Vettel non è questo.

Giuseppe Piccininni
Giuseppe Piccininni
Graduated Computer Science student. Articolist for F1sport.it, FIA Accredited. Twitter: @MasterOfPeppe

Ultimi articoli

3,745FollowersFollow
1,110SubscribersSubscribe
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com