In un contesto quotidiano dove sempre di più le teorie cospirazioniste fungono da paradigma chiarificatore e consolatorio di una realtà percepita come avversa, la F1 non è estranea al fiorire di tesi e suggestioni che consegnino tutto all’opera di un solo, inquietante principio manipolatorio.
di Filippo Toffanin
Tutti i grandi periodi di dominio, nel motorsport ma non solo, sono stati oggetto negli anni di sospetto – per altro in alcuni casi fondato su fattualità incontrovertibili. E non poteva certo sottrarsi al dubbio la supremazia incontrastata di Mercedes nell’era ibrida. Ne ha parlato ieri il maestro Leo Turrini a Pit Talk.
Incalzato sul tema delle prestazioni anomale delle frecce d’argento in Austria, causate da un overheating che ha colpito anche le coperture Pirelli, e sulla possibilità di un nesso tra questa problematica e la mozione di una fetta consistente di team per tornare al modello di pneumatico della stagione passata, respinto proprio in apertura del week-end Austriaco, Turrini si è mostrato scettico, per usare un eufemismo:
“Siamo nel mezzo di una discussione per tornare alla gomma del 2018 e vedi caso la prima volta in cui si torna in pista Mercedes ha dei problemi con le gomme […] ti giro la domanda, secondo questa tesi si sono messi in una stanza Isola, Toto Wolff e Tombazis – senza peraltro avvisare Hamilton che altrimenti li avrebbe asfaltati – decidendo che nel GP d’Austria Mercedes avrebbe avuto gomme non competitive per la vittoria? Per indole ai complotti, alle congiure faccio molta fatica a credere!“
E’ pur vero che in un passato nemmeno troppo remoto la casa di Stoccarda è stata protagonista di situazioni borderline, con alcuni “aiutini” che FIA e Pirelli avrebbero dato a Mercedes, in difficoltà nei primi anni del ritorno alle competizioni. Eppure anche qui l’ospite non trova un nesso causale con l’egemonia odierna della scuderia di Brackley:
“Parliamo del 2013, non c’erano nemmeno i motori ibridi in F1. Fecero mille chilometri di test aggiuntivi ma parliamo di sei anni fa: altre macchine, altre tecnologie […] Nessuno è più seccato di me da questa pluriennale dittatura della Mercedes, non vedo l’ora che perdano e vengano battuti – specialmente dalla Ferrari. Ma questa cosa che vincono perché c’è una congiunzione astrale di poteri forti che alterano, falsificano, sabotano la credibilità delle competizioni non si può sentire. Portatemi le prove.“
Eppure la necessità di riequilibrare la competizione, non solo per questioni di natura sportiva ma anche per alimentare lo show-biz del Circus, ha portato in passato la stessa Federazione Internazionale a promuovere riforme o iniziative che penalizzassero il team investito dal potere pro-tempore, come nel caso della Ferrari di Todt, Brawn e Schumacher. Ma per Turrini c’era una differenza sostanziale:
“Hai colto benissimo nel segno quando dici che c’è il sospetto, dubbio, timore che ci possano essere degli interventi, delle manine esterne che agiscono per rendere più credibile la competizione. (In quel caso) miravano chiaramente ad intaccare il dominio assoluto della Ferrari, ma lo facevano alla luce del sole.“
La ricerca di una verità alternativa e distopica è un divertissement che rischia di distogliere l’attenzione dal dato di fatto di un primato Mercedes fondato più, se non esclusivamente, su ragione tecniche che su giochi di natura politica. Almeno sembra essere questo il messaggio tra le righe di una delle firme più autorevoli del giornalismo sportivo italiano. Che non disdegna, da buon guascone, una battuta finale:
“Con tutto il cuore, mi auguro che si insista su questa linea, se la logica è questa – così le prossime cinque gare le vinceranno Vettel e Leclerc. E poi a fine estate torneranno ad asfaltarci!“
Filippo Toffanin