Siamo pronti ad assistere ad un nuovo, si spera, avvincente weekend di F1, dove si girerà sull’Hockenheimring, tracciato storico, ma che nel tempo ha sempre divertito. Andiamo a scoprire come affrontare il circuito che è costato il campionato piloti 2018 a Sebastian Vettel.
Ormai alle porte del GP di Germania e come di consueto, andiamo ad analizzare il tracciato che ospiterà questo weekend: L’Hockenheimring.
Situato nella cittadina di Hockenheim, con una lunghezza di 4574 metri e 17 curve, vede un layout stravolto in era moderna (dal 2002), rispetto allo storico layout della pista, causa sicurezza e poca visibilità dai parte dei tifosi nella zona boscosa.
Il tracciato si percorre ad alta velocità soprattutto nei primi due settori in cui sono presenti staccate pesanti che si alternano a lunghi rettilinei e curve veloci.
Necessaria la piena potenza per poter affrontare al meglio questa zona del tracciato, a differenza dell’ultimo settore che è un po’ più ostico, quello del Motodrom, il quale presenta molti cambi di direzione e curve medio-lente in contropendenza, un fattore che complica non poco la vita dei piloti.
Il settore 1 vede già una delle curve più difficili del tracciato¸ curva 1, che va necessariamente affrontata ad altissima velocità per guadagnare più tempo possibile, ma basta la minima sbavatura, per mandare in malore il proprio giro lanciato e finire lunghi.
A seguire la prima zona DRS che ci porta sulla prima “staccatona” della pista, curva 2, successivamente curva 3 e 4, da affrontare con il giusto bilanciamento, per poi potersi lanciare a piena potenza sul rettilineo più lungo del circuito (seconda zona DRS).
Il secondo settore (così come il primo) mette a dura prova l’impianto frenante della monoposto, dopo il rettilineo ci si trova in curva 6 dove si passa da 340 km/h ai 70-75 km/h nel giro di pochi metri. Anche qui è fondamentale uscire perfettamente dalla curva per non perdere decimi preziosi e fiondarsi verso il terzo settore. Nel resto del settore è necessaria tanta trazione in uscita dalle curve lente, in modo da poter sfruttare al massimo la velocità della monoposto.
Si arriva al settore del Motodrom, il terzo, il più complesso, dove è fondamentale mantenere costante la velocità in delle curve in cui bisogna essere tempestivi nei tempi di frenata, con un carico aerodinamico medio-alto che assiste la vettura. La prima insidia la cela curva 11, in cui non è necessario applicare una frenata, ma lasciar scorrere la monoposto per poi rilanciarsi verso curva 12, la curva più “cattiva” del circuito e Sebastian Vettel, lo sa bene.
Nella Sachs è fondamentale capire quando iniziare la frenata, che finirà proprio nel momento in cui si andrà a sterzare, aumentando il rischio di bloccaggio sulla ruota più scarica, così come quello di far “scappare via” la vettura sul cordolo nel momento in cui si vuole riacquistare velocità.
Passata la Sachs, il settore si conclude con una serie di cambi di direzione notevoli che porteranno alla terza zona DRS e quindi a tagliare il traguardo.
In conclusione il tracciato si rivela divertente per chi guida e chi guarda con tante opportunità di sorpasso nei primi 2 settori, ma che necessita di una vettura completa per affrontare al meglio le ostiche curve dell’Hockenheimring, alla tanta potenza richiesta nella prima parte del tracciato, si alterna una considerevole gestione del carico aerodinamico nella seconda parte, importante avere un anteriore puntato che limiti il sovrasterzo nei cambi di direzione bruschi.
I team saranno quindi chiamati ad aumentare il carico senza perdere troppa potenza sul dritto, per compensare magari una perdita di carico si potrebbe puntare tutto sulla potenza, però con la consapevolezza di perdere decimi preziosi nel terzo settore che è molto tecnico.
La chiave della qualifica sarà trovare il giusto setup e il giusto compromesso, mettendo a dura prova sia i piloti, sia la vettura, che nel corso di ogni giro potrà mostrare punti forti e punti deboli.
I freni non subiranno grosse sollecitazioni, causa i lunghi rettilinei e curve veloci che consentono ai freni di potersi raffreddare e ritrovare la temperatura ottimale.
Non mancheranno i colpi di scena in questa (probabile) ultima edizioni del GP di Germania.