Premetto innanzitutto che esporre delle critiche non vuol dire non amare, ma chiedere di migliorare a chi si ama.
Come avrete intuito voglio parlare della Ferrari dopo il Gran Premio di Monaco ed i magri risultati ottenuti dalla squadra di Maranello.
E mi permetto di farlo perché assisto al Gran Premio di Monaco da ben 64 anni su quel tracciato che ho visto, in diretta, mettere alla prova fior di campioni e grandi macchine.
Dunque incominciamo da prove libere e qualifiche. Ci sta che Vettel vada a sbattere ed a toccare: Monaco è un’insidia continua e se vuoi fare il tempo devi un po’ rischiare. Però dal 4 volte Campione del Mondo è lecito aspettarsi di meglio. Oppure deve strangolare la macchina perché di più non da?
Parliamo dell’ “affaire” Leclerc. E mi domando: “ Ma che margine decisionale ha il pilota ?” Perché se lui vuole uscire ( e lui conosce bene come si evolve la pista di Monaco e come i risultati possono mutare in un attimo…) deve poter uscire. Perché mai deve aspettare che lo autorizzino gli uomini del suo staff? La macchina deve essere pronta e basta. Certo che se si deve aspettare l’ok dal garage remoto, per rapide che siano le comunicazioni non si possono avere le stesse sensazioni.
A questo proposito vi racconto un aneddoto. Anni ’80, io sono nel box di un team di Formula 3 mentre si disputano le qualifiche. Le macchine girano, girano ma il tempo non arriva per la macchina del team. Ha piovigginato fino a quel momento… le macchine girano con gomme rain…io mi rendo conto che la pista sta asciugando e capisco che non pioverà più (sono di questi luoghi e conosco bene le variazioni climatiche locali)… avviso il team-manager di quella squadra, un amico… gli dico “ metti le slick, metti le slick!” …gli confermo la mia opinione… lui si fida e richiama la macchina ai box … il tempo necessario al rientro del pilota dopo un giro dal cartello e la pista si è asciugata… vengono montate le slick…esce, e dopo il giro di lancio spinge a fondo mentre tutti gli altri sono su gomme rain… fa il tempo… è qualificato in prima fila! E le qualifiche sono finite.
Ecco, nessun algoritmo avrebbe potuto valutare in quell’attimo la situazione per quanto rapido potesse essere. Questo per spiegare che a mio giudizio deve essere principalmente il pilota a decidere, a scegliere. E Leclerc “giocava” in casa: ecco perchè chiedeva di entrare. Sapeva che la pista stava migliorando.. per tutti. Gli altri.
E veniamo alla gara. Quel fenomeno di Hamilton ha realizzato una cosa impossibile: resistere tutti quei giri a Verstappen con le gomme medie. Un eroismo! Ed è comprensibile il suo pianto. Pianto vero, me lo ha confermato un commissario di gara che era lì accanto vicino al palco principesco. Oltre che gran pilota ha pure grande umanità.
Vettel secondo. Si, la classifica è questa, le regole sono regole. Ma dobbiamo constatare che il valore reale della prestazione della Ferrari di Vettel varrebbe il quarto posto, non il secondo, al netto della penalizzazione di Verstappen. Dunque è quello il valore della Ferrari? Qui sta la grande incognita per il Campionato 2019.
E poi la mini-gara di Leclerc. E’ vero che ha fatto due bei sorpassi, ma scusate: con una Ferrari, se parti dalla quindicesima posizione, ci mancherebbe altro che tu non facessi almeno un paio di sorpassi nei primi otto giri su due piloti e due macchine che non sono certo fulmini di guerra ( Norris- McLaren e Grosjean-Haas ). E poi ti incarti nel tentativo di sorpasso della Renault di Hulkenberg al nono giro. Quindi mi sembra un po’ esagerato il richiamo a Gilles Villeneuve nel valutare quei due sorpassi. Certo, Leclerc è un pilota di valore e dalle informazioni che mi arrivano ha sicuramente un grande futuro. Però non abbandoniamoci ad elogi sperticati che alla fine fanno più male che bene alla carriera del ragazzo.
Per quanto difficili i sorpassi a Monaco ci sono stati anche prima di Leclerc. Anche da quando la pista si è ristretta. E su questo torneremo, per raccontarvi l’involuzione di questo tracciato.
Lo so che qualcuno mi accuserà di essere troppo critico con la Ferrari, ma come ho scritto nelle prime righe criticare non vuol dire non amare, ma chiedere di migliorare a chi si ama.