Alonso: spezzato il sogno Indianapolis

Alonso e la Tripla Corona. Una ricerca spasmodica, quasi un’ossessione. L’ultima chimera di chi nonostante tutto cerca di riscattare una sorte troppo amara, avara di soddisfazioni. Alonso ancora una volta tradito da Mclaren, che ha tarpato le ali ai suoi sogni di gloria. Alonso che non disputerà la 500 Miglia di Indianapolis. dopo aver tentato l’impossibile in una disperata qualifica.

Alonso non ce l’ha fatta. Niente Indy per Fernando. L’assalto alla Tripla Corona si arresta in una piovosa domenica a Indianapolis. Nuvole cupe sul circuito, umore nero per lo spagnolo che ci ha provato fino in fondo, nonostante la consapevolezza che, nella migliore delle ipotesi, proprio dal fondo sarebbe partito. Una settimana tutta in salita nel tentativo di strappare una posizione utile per qualificarsi, alla disperata ricerca della velocità. Invece la Mclaren Chevrolet si è rivelata acerba, inadeguata, lentissima.

La squadra di Woking paga soprattutto l’inesperienza e una sciagurata partnership con Carlin, team esordiente che fino ad ora ha raccolto ben pochi risultati. Ma forse paga anche un peccato di vanità: la convinzione di riuscire, dall’oggi al domani, a ribaltare la situazioni grazie all’innesto di nuove maestranze e all’esperienza maturata in F1, ambito diversissimo da quello delle corse sui catini.

McLaren sembra aver fortemente sottovalutato le difficoltà connesse all’esordio in una gara così importante e complicata senza una precedente esperienza in questo tipo di competizioni. A complicare le cose c’è stata anche l’introduzione di una nuova tipologia di vettura, differente da quella utilizzata due anni fa. La monoposto attuale infatti ha un diverso set-up che porta ad avere meno carico in curva.

Un’auto insomma più difficile da guidare, che è necessario talvolta portare al limite. Con tutti questi interrogativi appare chiaro come l’inadeguatezza del team abbia giocato un ruolo chiave in questa incredibile disfatta.

Alonso, reduce da un glorioso debutto a Indianapolis nel 2017 (venne tradito dal motore mentre era in lizza per la vittoria) con il team Andretti Autosport, oggi ha il volto dell’eroe sconfitto. Dalla prima giornata di prove è risultata subito evidente la mancanza di competitività della Mclaren Indy numero 66.

Al punto che lo stesso Fernando si è reso autore di uno spaventoso incidente, nel tentativo di portare al limite la vettura. Incolume lo spagnolo, distrutta la monoposto. Una situazione imprevista per una squadra appena fondata e senza la necessaria esperienza per fronteggiare una simile situazione. I meccanici non sono riusciti a sistemare la vettura in tempi utili, lasciando Alonso ai box per un’intera giornata e facendogli perdere ore preziosissime per provare.

Ma la doccia fredda è arrivata già al sabato, nel primo giorno di qualifiche. Complice un guasto, l’incidente e un meteo capriccioso, Fernando si presenta alla resa dei conti con pochi giri all’attivo e una vettura estremamente difficile da domare in condizioni atmosferiche mutevoli, dove vento, umidità e sbalzi di temperatura rendevano necessario un livello di confidenza con la vettura che è stato impossibile ricreare.

La McLaren è risultata lentissima quando non era in scia e Alonso, pur spingendo al massimo, non è riuscito a far meglio della 33esima posizione, laddove solo i primi 30 guadagnavano l’accesso diretto in griglia. Si è trovato così a doversi giocare la possibilità di qualificarsi l’indomani, attraverso una formula che prevede la battaglia tra gli ultimi sei piloti, di cui solo i tre che si aggiudicheranno i migliori tempi avranno poi accesso alla partenza.

Purtroppo, quando sembrava ormai fatta, per Fernando è arrivata la beffa: Kyle Kaiser ha scalzato Alonso dalla salvifica terza posizione che gli avrebbe aperto le porte della Brickyard, conquistando l’ultimo accesso in griglia con una vettura di terz’ordine assemblata in tempi record.

McLaren ha pagato la propria inesperienza a caro prezzo, privando tra l’altro il pubblico di uno dei protagonisti più attesi. Resta forse una flebile, residua possibilità.

Essere presente al via, il prossimo 26 maggio, attraverso una particolare deroga del regolamento che prevede la possibilità di comprare un posto utile in griglia trovando l’accordo con uno dei team entrato di diritto in classifica tra i primi 33. Un’eventualità rara quanto triste, che però permetterebbe a Nando di disputare la gara, partendo comunque in ultima posizione. Ma Alonso accetterebbe un simile compromesso, consapevole tra l’altro di correre per qualche posizione di rincalzo? Lo spagnolo non nasconde la sua delusione:

Siamo scesi in pista cercando di dare full gas, ma purtroppo non siamo stati abbastanza veloci. Non è mai semplice guidare a 227 miglia orarie. Abbiamo fatto del nostro meglio, dimostrando coraggio in alcune circostanze, ma ci sono state persone che hanno svolto un lavoro migliore del nostro. I successi e le delusioni arrivano solamente se accetti grandi sfide. Abbiamo accettato tutto questo e adesso ci concentreremo sul prossimo obiettivo.

Una triste parabola quella di Alonso, l’uomo delle sfide impossibili. L’uomo che più di ogni altro ha deciso di mettersi in gioco, quando il gioco si è fatto più duro. L’uomo delle scelte sbagliate che sbagliando impara, gara dopo gara, a non demordere, a continuare a scrivere la sua storia con grinta e dedizione. L’uomo che, caparbiamente, sta tentando di diventare leggenda.