Al Minardi Day abbiamo incontrato Alex Caffi, ex pilota di F1 con Osella, Scuderia Italia e Footwork. Il pilota lombardo anche quest’anno è stato invitato da Gian Carlo Minardi per prendere parte, da protagonista, alla kermesse in pista.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
Quarta edizione dell’Historic Minardi Day con un pubblico sempre in crescendo. Cosa ne pensa lei di queste manifestazioni che fanno riavvicinare il pubblico al mondo del motorsport e in particolare della F1 ?
AC: Innanzitutto sono contentissimo di partecipare anche quest’anno al Minardi Day. E’ sempre un piacere rivedere amici, colleghi e vetture fantastiche che hanno segnato epoche e storie della F1. Direi che vedere tanto pubblico come quest’anno – e siamo ancora al primo giorno – è una cosa bella, significativa e fa un po’ pensare.
Creare una manifestazione di questo genere, incentrata soprattutto su monoposto e vetture di un certo tipo di epoca e trovare ancora tanti appassionati cosi vogliosi di venire a vederle, di viverle, a scoprirle, è una cosa molto interessante. Queste son vetture importanti, con piloti che hanno segnato un’epoca molto importante, quella di fine anni ’80 e inizio ’90, che rappresentano un po’ la fine della vera F1 e l’inizio di quella moderna e tecnologica.
La gente ha bisogno ancora di questo contatto umano, di questa voglia di stare in pista e toccare con mano le vetture, di stare in pista e nei box per parlare con i piloti, farsi fare un autografo. Tutte cose che oggi mancano.
C’è anche quel fattore “sound” che la F1 attuale non ha più, quel contatto sensoriale che l’appassionato vorrebbe sentire quando si avvicina a vetture del genere?
AC: E’ tutto un insieme, sicuramente c’è anche quello. Il fatto di avvicinarsi ad vettura e sentire un certo tipo di rumore – che sia quello di un turbo o di un aspirato – permette di “gustare” tutta una gamma di sound che purtroppo oggi non c’è più, oltre a tante altre cose.
Purtroppo oggi abbiamo la F1 moderna, ovviamente parlo dal mio punto di vista dal momento che io sono legato fortemente a quella della mia epoca. Ma riconosco che potrebbe piacere anche questa dei giorni nostri.
Siamo a Imola. Parallelamente al Minardi Day a Baku è in pieno svolgimento il GP dell’Azerbaijan, quarta prova del mondiale di F1 2019. Il calendario degli ultimi anni è orfano di un autodromo come Imola mentre si stanno avvicinando sempre di più palcoscenici “esotici”. Ma fino a dove si spingerà questa F1 moderna in tal senso?
AC: Imola manca! La F1 si sta dirigendo dove ci sono i soldi, partiamo da questo presupposto. Vanno dove pagano e se ne fregano della tradizione e di tutto il resto. E’ sempre stato cosi. Oggi si parla della F1 per un tombino saltato più che per le prodezze dei piloti o altri aspetti più autentici. Questa è la realtà di oggi.
Leclerc o Vettel? Se la Ferrari dovesse trovarsi davvero in lotta per la conquista del mondiale, su chi punterebbe?
AC: E’ un bel problema da avere questo. Mentre il contrario, quello no, non sarebbe bello. Piloti demotivati per mancanza di prestazioni o per qualche altro motivo, non sarebbe la cosa ideale per la Ferrari. Quando hai una vettura forte con piloti fortissimi, è quello che tutti i team-manager vorrebbe. Quindi indipendentemente da chi sarà a dover lottare, speriamo prima di tutto che ci sia una vero antagonista alla Mercedes altrimenti diventa veramente una specie di monomarca.
Francesco Svelto