Si avvicina il Gran Premio della Cina. La Ferrari deve vincere per non far scappare via la Mercedes ed anche per riprendersi di morale dopo le batoste, avvenute per motivi differenti, in Australia e Bahrain. La Cina è una pista con molte analogie con il Bahrain. La Rossa può sperare, al netto di possibili incomprensioni interne.
di Giulio Scaccia
La Ferrari non è certo all’ultima spiaggia ma deve, in fretta, fare punti pesanti. La nuova struttura coordinata da Mattia Binotto, la stella nascente Charles Leclerc ed una vettura fragile ma veloce, fanno ben sperare, sempre aspettando una ripresa di Sebastian Vettel.
Ma come verranno gestiti i rapporti tra i piloti?
A tal proposito interviene Luca Cordero di Montezemolo, con la sua esperienza importante.
Ecco le parole dell’ex Presidente della Ferrari.
Questo è un anno in cui la squadra si trova nelle condizioni di poter lottare fino all’ultimo metro per vincere il Mondiale. Ed è da troppo tempo che non le capitava. La squadra è forte, Binotto è un ragazzo serio, preparato, intelligente. La macchina è ottima. La tenuta della coppia è una delle incognite, ma confido nell’intelligenza dei piloti e in Binotto, che dovrà imparare a giocare ‘sul campo pesante’. Ricordo certe riunioni ai tempi di Schumacher in cui fui costretto a dire cose molto dure a Barrichello: ‘Rubens se vuoi fatti una squadra tua… Noi dobbiamo puntare su Michael che è più veloce di te. E questo lo sai anche tu’.
Continua Montezemolo su Mattia Binotto:
In realtà Binotto corre anche un altro rischio, quello di non trovare interlocutori dentro l’azienda. Ai
tempi in cui la Ferrari vinceva, Ross Brawn aveva come capo Jean Todt, e sopra Jean Todt c’ero io che comunque vantavo un’esperienza trentennale in Formula 1. Binotto è in una condizione diversa. John Elkann non ha esperienza di F1 e non ha mai gestito un’azienda in vita sua, mentre Louis Camilleri è un grande manager, ma è un uomo di finanza che, per di più, sarà molto impegnato sul fronte industriale, visto che c’è l’intera gamma da rinnovare.
Elkann senza esperienza, Camilleri praticamente invisibile e anche lui a digiuno di Motorsport. Binotto da solo? Certo è che lui è un uomo nato e cresciuto in Ferrari, quindi è probabile che sappia come muoversi all’interno della struttura di Maranello.