F1 | Cina: Ferrari male in prestazione e strategia

La Ferrari in Cina delude. A Maranello hanno molto da recriminare sia per la prestazione, decisamente sotto le aspettative, che nella gestione dei piloti. La gara di Leclerc è stata penalizzata in maniera clamorosa.

di Francesco Svelto |

Ferrari non pervenuta in Cina. O meglio, si è fatta vedere ma non per i suoi meriti in pista ne tantomeno per la sua abilità nelle strategie.

Imbarazzante il modo in cui Charles Lecerc è stato penalizzato dalle scelte del muretto box di Maranello quando era in lotta per il podio. Ma andiamo con ordine.

Sapevano, dalle giornate precedenti, che la Ferrari non era la favorita per la vittoria del GP di Cina. Ciò nonostante in partenza le due rosse si tengono a ridosso delle Mercedes con gomma media, con Leclerc che in partenza riesce a sopravanzare il compagno di squadra Vettel e galleggiare comodamente in terza posizione.

Da qui arrivano numerosi momenti di imbarazzo per la Ferrari. Il primo accade quando Vettel, attaccato ma non troppo agli scarchi del monegasco, chiede strada per provare ad andare a prendere i leader perchè, a detta sua, si sentiva più veloce di Leclerc. Il monegasco, non troppo felice, accetta e le Ferrari si scambiano le posizioni. Del resto non deve recare stupore un comportamento del genere visto che le gerarchie a Maranello sono ben chiare sin dal giorno della presentazione, passando per dichiarazioni ufficiali e anche per quanto visto in Australia. Quella di oggi è solo una conferma.

Passano i giri, Vettel non scappa via, tutt’altro. Leclerc gli è incollato agli scarichi cosi tanto da contattare il muretto e dire: “E adesso? Che facciamo?”.

Il monegasco non ci sta. A quanto pare il suo caposquadra non era proprio cosi più veloce di lui. E qui avviene un altro momento chiave. Vettel rientra a cambiare gomme, Leclerc resta fuori. Resta fuori e perde tempo (anche 2” al giro). Cosi tanto tempo che quando rientra in pista, dopo aver montato le hard (cosi come il compagno, non era differente la strategia tra le due Ferrari, sono stati differenti solo i tempi) si è trovato a distanza abissale sia da Vettel che da Verstappen, che durante la sosta l’ha sopravanzato.

Morale: mentre Vettel navigava per il podio, la gara per Leclerc diveniva un calvario. E, dulcis infundo, una situazione simile, di ritardo della sosta, si è verificata anche in occasione del secondo pit, impendendo definitivamente la rimonta di Leclerc nei confronti della Red Bull issatasi in pianta stabile al quarto posto.

La gara – non tanto emozionante a dirla tutta – finisce con Vettel sul podio e Leclerc quinto. E scontento. A Maranello hanno tanto, davvero tanto a cui pensare. E non solo per quanto riguarda la prestazione che oggi non c’è stata, se prendiamo come riferimento la Mercedes.

A Maranello devono cambiare marcia e pensare anche a come gestire – meglio – i piloti per due motivi: il primo è che il potenziale della vettura è tale da non dover permettere a terzi incomodi di interporsi (Leclerc ne aveva molto di più di Verstappen ma gli è finito dietro); il secondo è che il “problema Leclerc”, oggi, è ufficialmente scoppiato. Il ragazzo è al primo anno e si ritrova un 4-volte campione come caposquadra. Tutto vero. Ma non sarebbe giusto tarpare le ali ad un ragazzo giovane ma velocissimo che vuole provare a giocarsi le sue carte e portare la Ferrari quanto più in alto possibile. Sicuramente più in alto di quanto la Ferrari stessa allo stato attuale gli sta consentendo.

Francesco Svelto