Non è facile esprimere le proprie sensazioni dopo un Gran Premio come quello del Bahrain.
Un continuo alternarsi di entusiasmi e speranze e di altrettante delusioni, sorprese, tristezze.
Per arrivare al regalo alla Mercedes.
Chi non ha pregustato un possibile successo in rosso dopo la doppietta delle qualifiche, dopo la partenza favorevole, dopo un’evoluzione della gara che tutto lasciava immaginare meno che una disfatta? Si, perché nonostante il miracolato terzo posto – grazie Safety Car ! – di Charles Leclerc ed il raffazzonato 5° posto di Vettel, è fuor di dubbio che rapportato al potenziale trionfo il risultato finale ha il sapore di una disfatta.
Intanto perché le Ferrari hanno evidenziato misteriosi punti deboli, già intuiti fra Barcellona e Melbourne.
E poi perché sotto il profilo umano emerge una situazione molto complicata, ed a questo punto preoccupante.
Ci vogliamo riferire allo stato d’animo dei piloti nel particolare stato in cui si trova il team.
Leclerc è ovviamente deluso ma comunque può guardare fiducioso il suo futuro, se l’auto l’assiste,
e ammesso che la scelta di Binotto nel precampionato ( “partiamo com Vettel candidato 1° pilota e Leclerc in appoggio“) venga smentita. E in caso contrario decadono le motivazioni per il giovane emergente. Anzi, ormai emerso senza discussioni.
Ma quel che preoccupa è la possibile reazione di Sebastian Vettel nel caso si dia più fiducia al nuovo arrivato: che già lo ha battuto nella pole, superato in gara. Poi Sebastian è perdente nel duello diretto con Hamilton ed è protagonista di un testa coda inspiegabile….. che ha provocato indirettamente il distacco dell’alettone ( alienante! ).
Anzi sull’episodio del duello con Hamilton ci sarebbe da approfondire ogni istante del confronto: i due si affiancano più volte, sembra incerto chi la può spuntare, poi Hamilton utilizza di forza la traiettoria migliore e Vettel, a sorpasso ormai avvenuto e con la macchina che non sembra in condizione di instabilità, va in testa coda. Clamoroso! senza urti, senza plausibili cause la macchina si intraversa, come se avesse subito un’accelerazione troppo potente mentre la vettura è in appoggio. Un colpo di rabbia? La ricerca di una scusa? Un errore di pressione sul pedale del gas? Qualcosa di peggio?
E se è vero che le vibrazioni conseguenti alle gomme spiattellate a quel punto erano così distruttive forse era meglio rientrare cautamente al box e provvedere. Senza farci vedere quella perdita di alettone che è stata una pugnalata al cuore per chi la Ferrari la venera.
E certo che alla fine Vettel è andato a complimentarsi, e consolare, Leclerc! Ma si vedeva bene quanto gli rodeva, ed i suoi occhi, come le parole incerte, rivelavano una crisi psicologica che la squadra dovrà provvedere a risolvere, sostenere, curare.
Già c’era lo scontro psicologico con Hamilton, speriamo che ora non si aggiunga quello con Leclerc.
Per vincere i “mondiali” bisogna prima di tutto essere sicuri di se, del proprio ambiente e convinti della propria superiorità.