F1 | Donnini : “Ferrari dopo sei anni ancora dietro a Mercedes”

La Ferrari non ha rispettato le attese nel GP d’Australia, soprattutto dopo quanto visto nei test di Barcellona. La Mercedes invece ha dimostrato ancora una volta la sua superiorità tecnica. Sull’argomento è intervenuto Mario Donnini ai microfoni di Pit Talk.

Di Alberto Murador

Ascolta “Pit Talk – Donnini e Terruzzi sul GP D’Australia e la delusione Ferrari” su Spreaker.

La Ferrari ha lasciato l’Australia tra dubbi ed incertezze. La “debacle” del team di Maranello ha sorpreso un po’ tutti, a cominciare dai loro avversari, ovvero gli uomini Mercedes. C’era grande attesa dopo quanto visto nei test del Montmelò, con una SF90 che aveva dimostrato una grande competitività. Invece nel round inaugurale di Melbourne, molte cose non hanno funzionato sulla vettura di Maranello. Sia Vettel che Leclerc, hanno dovuto giocare in difesa non solo nei confronti della Mercedes, ma anche nei confronti della Red Bull. Sull’argomento ha detto la sua Mario Donnini, ospite dell’ultima puntata di Pit-Talk.

“Evidentemente tutto quello che era stato dimostrato a Barcellona era vero, ma non era vero fino in fondo. Non è che la Ferrari sia andata piano a Barcellona. Sono gli altri che sono restati coperti. Anche perchè la Mercedes aveva una botticella di benzina a bordo. Se la sono tenuta cara per far vedere che erano indietro, invece non erano indietro per niente. “

Donnini sottolinea il fatto che in casa Mercedes non abbiano voluto dimostrare il loro vero potenziale nel corso dei test invernali. Gli uomini di Wolff hanno lasciato credere agli avversari di avere dei problemi, poi una volta arrivati a Melbourne hanno iniziato a spingere davvero, lasciando di sasso gli uomini della Ferrari. Ma non solo gli uomini della rossa, soprattutto coloro che davano per spacciata la vettura di Stoccarda. La doppietta delle frecce d’argento con Bottas davanti ad Hamilton la dice molto lunga sulla competitività della W10.

Poi il giornalista di Autosprint ha affermato il fatto che non cambiando nulla nel regolamento tecnico, è logico che la scala dei valori resta invariata. Di certo non è qualche piccola modifica all’ala anteriore o posteriore a stravolgere la gerarchia dei valori in pista. La Mercedes è davanti a tutti, e così resta. Lo è dal 2014 ad oggi, e molto probabilmente resterà davanti sino all’introduzione del prossimo regolamento tecnico.

“Dov’è la debolezza forte della Ferrari? La debolezza è che corre oramai da sei stagioni con un regolamento che ti fa prendere gli schiaffi, e non hanno ancora fatto niente per cambiarlo radicalmente. Enzo Ferrari avrebbe preso e avrebbe detto, ok. Se non la smettiamo con questo regolamento turbo-ibrido io me ne vado. Perché voglio ricominciare con il regolamento da zero che mi rimetta alla pari degli altri. Azzeriamo tutto, altrimenti non ci sto. Funzionava così. “

Donnini fa riferimento quando il “Drake” minacciò di lasciare il circus della F1 nel corso degli anni ottanta, quando ci fu la prima era dei motori turbo. E la Ferrari non riusciva a colmare il gap dagli avversari. Secondo il cronista di Autosprint ci vuole un cambiamento radicale, altrimenti la Mercedes con questo tipo di regolamento manterrà sempre il suo vantaggio nei confronti degli avversari.

Dall’altra parte il team di Maranello (come la Mercedes e gli altri costruttori presenti), ha investito molto in questi ultimi anni in termini economici nello sviluppo dell’ibrido. Forse anche per questo motivo che la Ferrari non si vuole opporre al regolamento tecnico attuale, anzi, su questo fronte è alleata con la Mercedes in previsione del nuovo regolamento tecnico previsto per il 2021.

Sta di fatto che a Maranello soprattutto dopo la scomparsa di Marchionne, manca una figura forte dal lato politico. Una figura che curi gli interessi della rossa al di fuori della pista, che si opponga in determinate situazioni contro Liberty Media o la FIA. Una cosa è certa, la Ferrari non avrebbe mai dovuto accettare l’introduzione dell’ibrido in F1.

Sapendo che qualcuno (Mercedes) sarebbe partito con un vantaggio di ben due anni rispetto alla concorrenza. Insomma, c’è a cui piace vincere facile della serie. Ma forse a qualcuno va bene così.

Alberto Murador