F1 | Rivoluzione Vettel: più forte o più solo

Anche se la proprietà smentisce quella che sta accadendo a Maranello è una vera e propria rivoluzione. L’unico ad aver  mantenuto il proprio posto è Sebastian Vettel. La pressione sul tedesco ora aumenta, ma per lui è un bene?

La stagione non è ancora iniziata e non è certamente nostra intenzione scrivere polemiche, ci limitiamo a commentare fatti avvenuti.

La Ferrari lo scorso anno si è dimostrata all’altezza della Mercedes più volte. Ad impedire di spuntarla sul team tedesco c’è sicuramente stato “l’errore umano”. Da una parte gli svarioni di Vettel sono costati punti fondamentali nella lotta al titolo, dall’altra la gestione ben più che sanguigna di Maurizio Arrivabene non ha dato alla squadra la serenità sperata.

Attorno a Vettel il team è cambiato. Via Arrivabene che tanto lo ha protetto anche nei momenti più difficili (giustamente, era il cavallo sui cui puntare), via Raikkonen che ha anteposto sempre gli interessi della squadra alle sue ambizioni personali. Via Antonini, nulla centrava nelle questioni di pista, ma era uomo di fiducia della precedente gestione sportiva. Il messaggio che si è voluto dare  è stato chiaro: aria nuova.

Ora, in questo processo di rinnovamento ( probabilmente ultima volontà di Marchionne) Vettel si trova in un ambiente che tutto sembra fuorché un “incubatore” che deve coltivarne il talento. Vettel ora deve correre, vincere e non più sbagliare. Oso dire che deve cambiare mentalità. E’ pronto? rende al meglio con la pressione addosso? L’esperienza dice no.

Vettel è un pilota straordinario ma non mentalmente coriaceo. Soffre se intorno a lui non c’è la massima dedizione, la massima fiducia. Soprattutto soffre un compagno in grado di infastidirlo.

Da una parte al muretto ci sarà Binotto al fianco nel box Leclerc. O tutto va bene da subito o la rivoluzione rischia di far saltare i nervi. Lo scorso anno mentre era sotto l’occhio di tutti che la Ferrari batteva colpo su colpo gli attacchi Mercedes Vettel protetto da Arrivabene chiedeva di più proprio a quel Binotto che ora è il vertice della squadra. Già questa di suo è una miccia pronta ad esplodere.

Quanto a Leclerc, non pare essere intenzionato a fare il numero 2 , più volte ha dichiarato di essere in Ferrari per dare il massimo. Lecito ma affamato, non un compagno semplice.

Alla fine è stata rivoluzionata una squadra a cui è mancato il titolo, in cui i rapporti tesi tra la cordata di Arrivabene e quella di Binotto dovevano essere per forza di cose riordinati. Il presidente non si pronuncia, lo fa Elkan negando l’evidenza. Ora Vettel può senza appello solo vincere, la rivoluzione potrebbe non essere finita qui.

Camilleri non si sente, un presidente silenzioso. Lontano dalle questioni di pista. Deve convincere la proprietà soprattutto sul piano commerciale. Rimarra? Le voci che hanno riguardato il clamoroso ritorno di Domenicali andavano in questa direzione. Avere un ad con l’occhio lungo sulle questioni di pista, un “pistaiolo”, che qualcuno reclamava. Non se ne è fatto nulla.

L’avversario del mondiale ormai alle porte è sempre lo stesso, la Mercedes, fortissima e continua. La Ferrari, di nuovo tutta nuova ci riprova. Riuscirà a far suo un mondiale che le sfugge dal 2007?

Alessandro Francese
Alessandro Francese
Appassionato di sport, motori e Alfa Romeo ho sempre cercato di fare dei miei interessi un lavoro. Dalla tesi su Gianni Brera al mio impegno quotidiano in una concessionaria, almeno in parte, credo di esserci riuscito. Questo però è solo l'inizio! "Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere." Cit. Ayrton Senna

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