Dopo i clamorosi fatti che hanno coinvolto la Ferrari la scorsa settimana, abbiamo intervistato Gian Carlo Minardi. Con il manager di Faenza abbiamo affrontato diverse tematiche non solo sportive ma anche di natura politico-economica che vedranno coinvolti il team di Maranello nel futuro a breve e medio termine.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
La settimana scorsa è iniziata col grande ribaltone Ferrari, atteso fino a un certo punto. Arrivabene ha lasciato il posto di comando della Gestione Sportiva per fare posto a Binotto, direttore anche dell’area tecnica. Secondo te l’organigramma Ferrari potrebbe essere soggetto ad ulteriori cambiamenti da ora a breve termine? Non esiste per Binotto il rischio di avere il doppio ruolo?
Non è facile da dire. Siamo davanti a grossi cambiamenti ma tutto sommato sono sereno. La cosa più difficile ad oggi è migliorare le prestazioni della monoposto. In questo senso arrivano sensazioni molto positive da quelle che sono le simulazioni.
Sul doppio ruolo: Binotto è stato affiancato da Laurent Mekies che è un ragazzo che ha piedi per terra e un buonissimo carattere, oltre ad aver fatto tutta la trafila per arrivare ad una posizione dirigenziale, e che oltre ad essere un tecnico e conoscitore della pista ha passato gli ultimi quattro anni della sua carriera in Federazione. Credo che sia un buon abbinamento. Non vedo criticità o problemi all’orizzonte. E’ più difficile fare una macchina vincente che gestire i rapporti politici con la FIA.
Laurent, data la sua esperienza, sa benissimo come muoversi nei corridoi e, ad ogni modo, il direttore sportivo della Ferrari è sempre un tramite tra l’azienda e il CdA che, di fatto, prende le decisioni finali. Su questo fronte quindi sono sereno.
A proposito di Laurant Mekies: lui era uno dei tuoi uomini ed ha conoscenze in molti ambiti…
Lui è arrivato nel 2002 dall’Asiatech (la Minardi quell’anno aveva i motori di produzione asiatica, n.d.r.), nel 2003 è rimasto in Minardi e lui faceva parte del gruppo dei motoristi che gestiva e revisionava internamente i Cosworth ribattezzati European. Poi nel 2004 e 2005 ha fatto l’ingegnere di pista per arrivare ad essere, dal 2006, il responsabile degli ingegneri di pista della Toro Rosso. Tra l’altro è il ruolo che ha ricoperto fino a qualche anno fa prima di andare alla FIA, diventando il braccio destro di Charlie Whiting.
E’ certamente uno preparato, che ha fatto la trafila gestionale in pista. Tieni presente che in Minardi un ingegnere veniva sempre coinvolto in altri ambiti E’ un ragazzo che poi è cresciuto sul fronte manageriale in FIA. E’ uno che conosce perfettamente i regolamenti, come si muove la FIA e come agire con essa. Ritengo che sia un buon acquisto per la Ferrari.
Dopo il clamoroso ribaltone della settimana scorsa e l’avvicendamento Arrivabene-Binotto ai vertici della GeS Ferrari, una delle domande che ci si poneva è: chi andrà a “combattere” politicamente con la FIA? Sarà proprio Mekies?
Secondo me l’aspetto più difficile della gestione di un team come la Ferrari resta quello tecnico-organizzativo. Binotto ha dimostrato di essere all’altezza una squadra cosi e saperla rivitalizzare quando aveva avuto momenti difficili. Se nel 2018 non ci fossero stati errori dei piloti e della loro gestione, il risultato poteva essere più incerto fino alla fine. Quindi ritengo che in Ferrari sia stata fatta una scelta eccellente per quanto riguarda questo passaggio.
Nei prossimi mesi si terrà una nuova riunione del CdA dove si dovrebbe discutere anche la figura di Louis Camilleri…
Ho letto una intervista della Gazzetta a Piero Ferrari nella quale lui dice: “Diamo tempo al tempo!”. Secondo me il tempo è a scadenza. C’è un aspetto molto importante in Ferrari che è la valutazione dei titoli della borsa. Questi hanno avuto un netto calo da luglio, dopo la morte di Marchionne, fino a poco prima di Natale. Oggi i titoli si sono ripresi a seguito del comunicato relativo a Binotto, e questo è un segnale importante. Bisogna vedere quanto questo dato sarà influenzato dalle dichiarazioni che a breve verranno rilasciate in seguito alla chiusura dell’anno finanziario. Dopodiché la Ferrari potrebbe prendere delle decisioni.
C’è da dire, comunque, che John Elkann, correttamente, sta portando avanti la nuova strategia di Marchionne a cui lui stesso aveva lavorato prima della sua scomparsa. La linea “sportiva” quindi è quella. Oggi lui e Piero Ferrari hanno ancora da risolvere, invece, la parte delle strategie aziendali: Ferrari deve fare un certo numero di macchine e un certo fatturato all’anno. Nonostante la flessione mondiale delle supercar, sembra che questi numeri invece abbiano tenuto bene ma c’è da guardare al futuro. Io non conosco Camilleri e non posso esprimere giudizi. Leggendo i dati quadrimestrali della borsa, ad ottobre il titolo ha avuto una particolare flessione ma come dice Ferrari, aspettiamo e vediamo cosa Camilleri potrà dare alla causa.
In giro si dice che a valle di questa riorganizzazione aziendale, ci possa essere anche una remota possibilità di rivedere Fernando Alonso in Ferrari…
Nella vita mai dire mai. Fernando ha lasciato la Ferrari un po’ sbattendo la porta. Da ex team-manager io ho sempre cercato di fare gli interessi della mia squadra, indipendentemente dagli umori e dalle simpatie che avevo verso uno o l’altro. Oggi, nonostante i suoi 37 anni, ritengo che Alonso sia ancora il contraltare di Hamilton. Questa è la mia opinione. Adesso la Ferrari ha un quattro-volte campione del mondo che va recuperato mentalmente e psicologicamente e un ragazzo, Leclerc, tra i più validi e promettenti. E’ un bel mix e non è neanche di difficile gestione.
A bocce ferme ritengo che Vettel-Leclerc sia una soluzione corretta e giusta, poi tra sei mesi tireremo le prime somme. E’ chiaro che Binotto ha davanti a se un’impresa tutt’altro che facile ma la sua esperienza pluridecennale in Ferrari, il suo temperamento e il suo carattere fanno di lui la persona giusta al momento giusto.
Francesco Svelto