Eh già! Non è stato Lewis Hamilton il primo pilota di colore che abbia corso in Formula 1. Restano i suoi 5 titoli iridati, il record di pole-positions e la quantità di vittorie che lo qualifica secondo soltanto a Michael Schumacher.
Però non è stato lui il primo pilota “colored” della Formula 1. Questa primazia spetta infatti al Principe del Siam “Birabonga”, meglio conosciuto come Principe Bira, che partecipò ai Gran Premi del Campionato Mondiale dal 1950 al 1955.
Il suo nome sarebbe Bhanurangsri Bhanubandh. O forse è ancora diverso: ci sono tre versioni della sua identità, dovute alla difficoltà di traduzione della grafia del sua Paese: il Siam appunto.
Sta di fatto che il Principe Bira, figlio – o nipote, non è ben chiaro – del re del Siam Mongkut, è orfano dall’età di 4 anni, e nel 1927 a 13 anni si trasferisce a Londra con lo zio tutore per studiare nel collegio di Eton ed iscriversi poi a Cambridge.
Ma dopo una passione giovanile per la sculture resta affascinato dalle corse automobilistiche e nel 1935, a 21 anni, debutta con una Riley in alcune gare minori per poi passare a competizioni più importanti dopo 5 successi ottenuti nel 1937 con una ERA B. Fra questi anche una vittoria a Montecarlo nella Prince Ranier Coup, di contorno al Gran Premio monegasco.
Nel 1937 vince la 12 ore di Donnington con una Delahaye e partecipa anche alla 24 Ore di Le Mans con un’Alfa Romeo 2500S. I soldi non gli mancano, fa un team con il cugino.
La guerra mondiale blocca le gare automobilistiche ma nell’immediato dopoguerra, già nel 1946 alla ripresa delle competizioni, il pilota Bira è pronto a tornare in pista con una Maserati 8CM.
Nel 1947 vince in Belgio il Grand Prix des Frontières e partecipa a tutta una serie di gare che una pattuglia di eroici piloti contribuisce a nobilitare. Fra questi ci sono grandi nomi, come Wimille, Sommer ed i nostri Ascari e Villoresi. Francia, Italia, Inghilterra, Spagna, Olanda, Belgio ospitano i prodromi di quello che diventerà il Campionato Mondiale di Formula 1. Bira diventa un idolo degli appassionati: il suo stile è irruento, sempre veloce e combattivo. L’ho visto correre sul Circuito di Ospedaletti nel 1948 e 1949, e diede spettacolo entusiasmando il pubblico con i suoi sorpassi: un omino minuscolo, di aspetto simpatico, per come potevo osservarlo nel box. Correva con una tuta azzurra ed un caschetto di pelle chiara, come si usava all’epoca, che contrastava con il colorito scuro del suo volto. Nel 1949 Bira vince in Svezia ed è pronto ad affrontare la nuova serie: la F1.
Dal 1950 al 1954 è tra i protagonisti del Campionato con la Maserati 8CM, poi una Osca-Maserati ed una Simca-Gordini. E’ 5° a Monaco e 4° in Svizzera nel 1950. Sarà 8° nel Mondiale.
Poi nel 1954 è 6° in Belgio ed Argentina e 4° in Francia.
Nel 1955 gareggia in alcune corse fuori campionato e vince in Nuova Zelanda con una Maserati 250 F prima di chiudere la sua carriera di pilota automobilistico. Ma lui è anche pilota d’aereo e guiderà il suo bimotore da Londra a Bangkok. Poi si appassiona alla vela e partecipa a 4 Olimpiadi ottenendo un 12° posto nella classe “Star” a Melbourne 1956. Sposato per ben 6 volte morirà nel 1985 a Londra colpito da un infarto ad una stazione della Metropolitana.