F1 | Feste di fiducia e speranza per Williams e McLaren

Arrivano le festività anche in F1. Per Williams e McLaren è il momento di lasciarsi alle spalle un 2018 disastroso e buttarsi a capofitto nelle sfide della nuova stagione. I presupposti per fare bene ci sono. 

di Francesco Svelto |

 

E alla fine ci siamo, anche quest’anno sta per salutare, portandosi dietro ricordi ed esperienze più o meno belle per tutti. In F1 la stagione 2018 è ormai alle spalle da un mese e questo, per qualcuno in particolare, può rappresentare soltanto un bene. Stiamo parlando di due team storici, che hanno contribuito a fare grande la F1, a esportare un’immagine di successo a livello globale, ma che oggi – a dire il vero non proprio oggi ma già da qualche tempo – stanno soffrendo e non poco, arrivando addirittura ad essere quasi costantemente a fondo schieramento. Stiamo parlando di McLaren e Williams.

 

I due team inglesi, forse più di tutti, stanno aspettando con ansia il nuovo anno, per poter mettere di nuovo le ruote sulla pista e capire se gli sforzi fatti durante la progettazione ma, ancor di più, in questo periodo invernale, avranno dati i risultati sperati. Per loro, forse più di chiunque altro, l’arrivo del 2019 potrebbe essere una liberazione.

La Williams, dopo un 2017 ad un discreto livello, è reduce dalla stagione più negativa della sua storia. Nel 2018 hanno solo partecipato, guardato, ma mai gareggiato, tanto per usare le parole di Lance Stroll a riguardo. La FW41 doveva essere una forte evoluzione della vettura del quarantesimo ma si è rivelata tutt’altro sin dai primi test pre-stagionali. Neanche la forte esperienza e la propositività di Rober Kubica – tester del team – hanno aiutato quella che il polacco stesso ha definito “Una vettura che ha problemi di difficile risoluzione sotto tutti i punti di vista!”.

In realtà l’aerodinamica era la principale indiziata tra le problematiche ma anche il fatto di avere due piloti inesperti e di aver perso figure importanti nello staff tecnico – come De Beer e Smedley – hanno influito. Inoltre da non sottovalutare il fatto che Stroll (padre) ha portato i suoi investimenti (e il figlio) alla Force India, aggiungendosi alla Martini Racing che esce di scena dalla livrea del team di Grove. Economicamente non proprio un bene.

Di positivo, però, c’è che la la Williams ha stretto di più i rapporti con Mercedes. Quest’ultima fornirà una parte consistente del retrotreno (il cambio oltre che la power unit) oltre al baby George Russell, di proprietà di Stoccarda e un cospicuo sconto che – dato lo scenario di cui sopra – può fare solo bene. E poi ci sarà lo stesso Robert Kubica, promosso titolare, a fare anche un po’ da chioccia al giovane talento. Il 2019 della Williams sarà inevitabilmente un anno di crescita.

 

L’altra grande nobile decaduta è la McLaren, anche se la situazione a Woking è ben diversa. Nel 2018 hanno portato a casa molti più punti dei loro “compagni di sventura”, frutto di una base tecnica nettamente superiore. La MCL-33 ha sofferto un eccessivo carico aerodinamico che in alcune (poche) situazioni ha fatto anche bene ma che in altre ha penalizzato la vettura che non riusciva a sfruttare la propria unità di potenza Renault appieno. Zak Brown si è detto molto soddisfatto dei progressi che stanno vedendo in factory ma anche dei dati avuti da Renault in vista del prossimo anno.

Ci sarà però, sul fronte umano, da gestire la perdita di Fernando Alonso. Lo spagnolo era forse la maggior garanzia di tirare fuori il massimo da qualsiasi situazione e anche con un pacchetto non all’altezza. Una piccola consolazione sta nel fatto che proprio Alonso supporterà la nuova, giovanissima, coppia di piloti formata da Sainz e Norris andando probabilmente a testare lui stesso, forse già da febbraio, la MCL-34. Se tutto questo sarà atto a “tenersi in allenamento” in vista di un possibile rientro nel 2020, ancora non si sa. Di sicuro la sua esperienza e le sue doti di collaudatore serviranno ad un team che, pur non partendo da una base tecnico-economica critica come la Williams, viene da ormai cinque anni di magre figure.

Altra nota positiva per Woking sarà l’arrivo, a stagione in corso, di un tecnico top quale è James Key. L’inglese non è ovviamente la firma della vettura del 2019 ma potrà dare i suoi contributi per lo sviluppo e firmare, poi, la vettura 2020. Il tutto con l’apporto di Andrea Stella – capo del gruppo di sviluppo e analisi delle prestazioni – e Pat Fry, direttore degli ingegneri. Non proprio gli ultimi arrivati.

 

Progetti e speranze, dunque, per un 2019 in cui si dovrà risalire la china e tornare ad essere protagonisti. Il blasone dei due nomi lo richiede.

 

 

 

Francesco Svelto