Vettel Leclerc confronti e pressione psicologica

Partiamo dicendo subito che ovviamente non è fattibile fare paragoni e confronti certi e affidabili al 100%. Neanche nell’arco di una sola sessione di qualifica delle volte si hanno le stesse condizioni, figuriamoci in giorni diversi. Il cronometro però va visto ed emette sempre un verdetto, ed anche in passato, tecnici di assoluto valore facevano comunque confronti su tempi ottenuti in giorni diversi.

Premessa necessaria per chiarire che da un confronto di un solo giorno non si possono in nessun modo emettere giudizi e sentenze.

Diverso invece è commentare l’assoluta prova positiva di Leclerc che calatosi per la prima volta da pilota ufficiale Ferrari in abitacolo ha ottenuto tempi di tutto rispetto ed in modo assai convincente. Non si può non evidenziare come il monegasco abbia ottenuto un tempo migliore di quello ottenuto da Vettel con una condizione di temperatura dell’aria identica e temperatura dell’asfalto di poco superiore (qualche grado C° in più).

Se Leclerc fosse stato lento, molti avrebbero subito giustificato che il giovane pilota doveva prendere confidenza con la vettura. Se, come è stato, avesse ottenuto un tempo migliore, altri avrebbero detto le condizioni della pista non erano paragonabili. O una o l’altra ma tutti a dire comunque che confronti non si possono fare, l’ha dichiarato lo stesso Leclerc… certo… cosa doveva dire…

I primi a fare raffronti sono sempre i piloti ed è innegabile che nella loro testa, aldilà delle condizioni della pista, il primo sguardo vada al cronometro ed al tempo ottenuto dal compagno di squadra. Quante volte si è detto e scritto di come i piloti ci tenessero a fare il tempo migliore della settimana di test per mettere pressione a quel team o a quel pilota. Non si può negare quindi che anche stavolta sia accaduto e che Vettel di certo in cuor suo avrebbe preferito leggere il tempo di Leclerc con qualche decimo in più. Vogliamo negarlo?

La nuova stagione non è ancora iniziata, tant’è che le monoposto della stagione passate ancora non sono andate in “pensione” ma la guerra psicologica è appena iniziata.