Il circus che arriva a Mexico city, nel 1970, ha già incoronato il proprio campione: Rindt, vincitore postumo per gli effetti del grave incidente occorsogli a Monza nel quale perse la vita.
All’indomani del GP d’ Italia, vinto da Regazzoni su Ferrari, l’unico che potrebbe contendere a Rindt la corona iridata e’ il belga Ickx, che disponendo di una Ferrari fortissima, la 312b, e soprattutto grazie all’assenza fozata dell’avversario austriaco, contava di potersi aggiudicare tutte le corse che restanti da Monza in poi.
Ma se le Ferrari sono fortissime, il destino ha già deciso di preservare la memoria del povero Rindt e nel Gran Premio degli Stati Uniti, la Ferrari disputa una gara non proprio da protagonista e vince Fittipaldi, regalando alla propria scuederia il primo titolo postumo della storia.
In Messico il pubblico accorre in massa per vedere i bolidi di F1, una folla immensa si assiepa attorno alla lingua d’ asfalto gettando all’occorrenza anche delle bottiglie in pista. Nessuno si fa del male tranne un cane che, scappato dal proprio padrone, finisce in pista proprio mentre passa la Tyrrel di Stewart.
Nonostante tutto lo spettacolo in pista è piu vivo che mai: le rosse, favorite alla vigilia, mantengono le promesse e con Clay conquistano la pole mentre con Ickx il terzo posto in griglia. Alla partenza il ticinese scatta dalla pole ma alla prima curva il suo compagno di squadra belga lo ha gia affiancato per superarlo alla corda e involarsi in testa. Il circuito non è semplicissimo ma le difficoltà sembrano mettere le ali ai piedi a Ickx che con una guida tutta grinta e perizia riesce in poche tornate a mettere tra se e il secondo, Clay Regazzoni, oltre 40 secondi.
In mezzo a tanto strapotere rosso, luccica Brabham che, nonostante l’età non proprio verde (il Messico sarà la sua ultima gara), in pista sembra un pivello della F3 tanto da mettere in crisi una stella nascente come il francesino Cevert.
La gara vede trionfare le due Ferrari, a dimostrare che la macchina ideata da Forghieri sarà giustamente la capostipite di una serie vincente durata almeno una decina d’anni, ma vede anche il trionfo postumo di un pilota, Jochen Rindt che a detta dei più aveva già deciso di incrociare il proprio destino con quello della rossa di Maranello. A fine gara Stewart tutti i piloti inglesi dichiarrono che sarebbero stati pronti a battersi affinché il titolo non si sfilasse dalle mani di Rindt, ma non ce ne fu bisogno.
Pos | No | Driver | Constructor | Laps | Time/Retired | Points |
---|---|---|---|---|---|---|
1 | 3 | Jacky Ickx | Ferrari | 65 | 1:53:28.36 | 9 |
2 | 4 | Clay Regazzoni | Ferrari | 65 | +24.64 | 6 |
3 | 8 | Denny Hulme | McLaren-Ford | 65 | +45.97 | 4 |
4 | 12 | Chris Amon | March-Ford | 65 | +47.05 | 3 |
5 | 6 | Jean-Pierre Beltoise | Matra | 65 | +50.11 | 2 |
6 | 19 | Pedro Rodriguez | BRM | 65 | +1:24.76 | 1 |
7 | 20 | Jackie Oliver | BRM | 64 | +1 Lap | |
8 | 17 | John Surtees | Surtees-Ford | 64 | +1 Lap | |
9 | 7 | Henri Pescarolo | Matra | 61 | +4 Laps | |
NC | 23 | Reine Wisell | Lotus-Ford | 56 | Not Classified | |
Ret | 15 | Jack Brabham | Brabham-Ford | 52 | Engine | |
Ret | 1 | Jackie Stewart | Tyrrell-Ford | 33 | Suspension | |
Ret | 9 | Peter Gethin | McLaren-Ford | 27 | Engine | |
Ret | 16 | Rolf Stommelen | Brabham-Ford | 15 | Fuel System | |
Ret | 2 | François Cevert | March-Ford | 8 | Engine | |
Ret | 14 | Graham Hill | Lotus-Ford | 4 | Overheating | |
Ret | 11 | Jo Siffert | March-Ford | 3 | Engine | |
Ret | 24 | Emerson Fittipaldi | Lotus-Ford | 1 | Engine |