Monza, purtroppo, è anche vergogna

Ancora una volta si ripete la vergogna sotto il podio di Monza. Hamilton e la Mercedes fischiati da una frangia di tifosi per una vittoria pesantissima e che potrebbe rivelarsi decisiva nelle sorti mondiali. 

di Francesco Svelto 

Questa volta non li ha tenuti per sé. Questa volta Lewis Hamilton ha reagito. In maniera pacata ma ha reagito. Riferimento ancora una volta dei fastidiosi “booo” che il pubblico di Monza, eccezionale per la maggior parte ma snervante in una minoranza, ha riservato al vincitore di Monza.

E’ sempre la stessa storia. O meglio, si ripete ogni qual volta a salire sul gradino più alto del podio è un pilota non Ferrari. Comprensibile la delusione, il rammarico. Ma stiamo parlando di motorsport, stiamo parlando di uomini.

Stiamo parlando di vite umane che rischiano tantissimo e che fino a poco tempo fa, rischiavano ancora di più. E  c’è una frangia che non lo sa, che non capisce la grandezza e l’importanza di tutto ciò e dell’evento a cui assiste. Un gruppo – ristretto – di persone che a Monza, quando capita, non perde occasione per sbeffeggiare il vincitore con questi atteggiamenti che sono veri e propri insulti alla persona. 

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Hamilton ha vinto per la quinta volta a Monza oggi e quindi vi era abituato. Per la prima volta, però, il campione del mondo in carica non li ha tenuti per sé. 

Sul podio ha festeggiato alla grande (e ne aveva ben donde, dato il risultato di una gara che forse sarà decisiva per le sorti mondiali). In conferenza stampa, poi, si è tolto qualche sassolino della scarpa andando a esplicitare quanto l’essere “beccato” dal pubblico monzese gli dia ancora più forza e rabbia per rispondere in pista.

Già nei giorni passati Hamilton e la Mercedes erano stati “adocchiati” da qualche personaggio di fede avversaria.

Oggi, in gara, hanno avuto l’opportunità di dimostrare la loro concretezza anche grazie agli strafalcioni di Vettel e della Ferrari. In particolare Lewis ha sfoggiato una gara consistente, intelligente, a differenza di chi doveva inevitabilmente recuperare punti mondiali. Il tutto con una macchina – forse – inferiore allo stato attuale. Ma questa è un’altra storia che analizzeremo non in questo articolo.

Ma la vergogna del podio italiano non è stata soltanto nei confronti del vincitore. Ogni anno sotto il podio sono presenti inopportune bandiere a sfondo politico che nulla hanno a che vedere con la F1 o con lo sport in generale. Come se il GP d’Italia fosse di “proprietà” di qualcuno, solo di una o di qualche regione ben precisa e non un evento che accomuna tutta una nazione che tifa insieme per le Rosse di Maranello. Peccato. Perdiamo sempre occasione per dimostrare al mondo quanto di buono ha in sé questa nazione.

Francesco Svelto
Francesco Svelto
Non tifo e non simpatizzo squadre e piloti. Amo tutto ciò che è pure-racing a 4 ruote! Nota bene, ho scritto "pure-racing".

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