Monza: Ferrari, i troppi errori fanno sfumare il trionfo

F1 – Sappiamo cosa vuol dire prenderle, adesso è ora di darle. Così aveva parato Arrivabene alla vigilia del GP d’Italia, consapevole della ritrovata competitività della Ferrari. Purtroppo per lui e per tutto il popolo ferrarista, le sue parole si sono rivoltate contro il Cavallino.

A Monza la Ferrari le ha prese ancora, e in maniera molto pesante. Dopo la vittoria di Spa, tutto era pronto per una cavalcata trionfale in patria. Fino a sabato pomeriggio tutti la pensavano così, ancora più sorpresi da un Raikkonen che a 39 anni fa la pole position e il record della pista. Ma poi la domenica, la Ferrari ha avuto contro il suo nemico più grande: se stessa.

Alla partenza i due alfieri Ferrari si sono scontrati con il benestare del team, con Raikkonen che ha tenuto la posizione su Vettel. Questo però ha favorito l’attacco di Hamilton terzo, che alla Roggia è riuscito a sopravanzare il tedesco. Vettel si è lasciato andare ancora una volta all’emotività. Ha tenuto la posizione all’interno, nel disperato tentativo di contenere l’attacco di Hamilton. L’eccessiva velocità in ingresso, purtroppo per lui, l’ha portato a colpire Hamilton e andare in testacoda. Il tedesco così è finito in fondo al gruppo con ò’ala anteriore rotta. Al termine della safety car – causata dal ritiro di Hartley – Vettel ha rimontato fino alla quinta posizione , diventata poi quarta con la penalizzazione di Verstappen per un contatto con Bottas.

Raikkonen invece ha mantenuto la leadership e ha lottato con Hamilton per tutta la corsa. Ha avuto la peggio nel confronto con l’inglese per due ragioni: un pit stop troppo anticipato – il muretto del Cavallino è stato tratto in inganno da una fibta uscita del box Mercedes – e l’overcut di Bottas concluso con successo. Il finlandese della Mercedes ha fatto da tappo al connazionale, facendogli degradare le gomme anzitempo, e permettendo a Hamilton di farsi sotto. Il campione del mondo riuscirà nel finale a scavalcare Raikkonen e vincere un un ampissimo margine.

La Ferrari getta così al vento una vittoria, se non una doppietta preannunciata. Viene presa a schiaffoni da un Hamilton magistrale e da una Mercedes lucida che gioca sempre da squadra. Il Cavallino, invece, si crea problemi permettendo ai suoi due alfieri di correre liberamente, senza aiutarsi. Quel che è peggio, i ferraristi hanno dimostrato arroganza nelle dichiarazioni. Arrivabene non ha esitato a definire “maggiordomo” Bottas, mentre Vettel ha accusato Hamilton di non avergli lasciato spazio nel contatto. Tesi ampiamente sbugiardata dalle immagini TV.

Questa mancanza di umiltà è ancora più preoccupante della sconfitta stessa. E’ davvero un peccato, perché finora la Ferrari si era distinta per una comunicazione “low-profile”. Ora che la monoposto è la migliore, sembra che a Maranello si siano un po’ montati la testa. Occorrerà ragionare a mente fredda sulla corsa e serrare i ranghi in vista delle ultime 7 gare, dove si deciderà il Mondiale. Lo svantaggio in entrambe le classifiche è recuperabile, ma ora gli errori dovranno essere ridotti a zero. Altrimenti i titoli resteranno a Brackley.