Ferrari: una reggia senza maggiordomi che prepara il benservito a Raikkonen nel momento più cruciale dell’anno. Basta con la minestra riscaldata, anche se questa è capace di soddisfare gloriosi appetiti. E basta anche con i giochi di squadra perché una rossa così succulenta non ha bisogno di primi e secondi. Ma forse, come sostiene Montezemolo, bisognerebbe rivedere il menù.
La Ferrari è nell’occhio del ciclone dopo la disfatta di Monza. La gara di casa, lungi dal consacrare la superiorità della vettura di Maranello, è divenuta un tempio eretto in onore del diretto avversario, un implacabile ed inarrestabile Lewis Hamilton. Il britannico si prende i fischi, ma a fare un clamoroso fiasco è la Ferrari, incapace di gestire piloti e strategie. Maurizio Arrivabene, accecato dalla rabbia per la sconfitta, rincara la dose accusando la Mercedes di aver messo in atto un gioco di squadra ai limiti del lecito, dimenticando che la Ferrari proprio sugli ordini di scuderia ha basato la politica che negli anni ha portato alla conquista dei campionati del mondo.
A questo proposito si è espresso Luca Cordero di Montezemolo giustificando e addirittura approvando la scelta messa in atto dal team anglo-tedesco. L’ex presidente infatti ricorda:
Abbiamo vinto alcuni campionati in questo modo quando ero presidente e CEO: con Kimi Raikkonen e Felipe Massa, con Rubens barrichello e Michael Schumacher o con lo stesso Schumacher e Eddie Irvine. Quindi questo fa parte del gioco e Bottas non ha fatto nulla di sbagliato o irregolare.
Se l’obiettivo è vincere il campionato del mondo bisogna quindi fare delle scelte mirate e consapevoli, a costo di essere impopolari. Inutile ergersi a paladini della sportività quando la posta in gioco è così alta. Secondo Montezemolo le parole al vetriolo di Arrivabene vanno attribuite ad un eccesso di frustrazione per la mancata vittoria e per la cattiva gestione di una corsa che pareva essere già vinta. Tuttavia appare certo che la Ferrari si sia fatta cogliere di sorpresa abboccando al tranello teso dalla Mercedes. E, ormai impossibilitata a rispondere agli avversari in pista, non si è trovato di meglio che puntare l’indice accusando il nemico. Invece bisognerebbe prima imparare a perdere.
Tra le altre cose Montezemolo si è espresso anche riguardo al mancato annuncio dei piloti in ottica 2019. La comunicazione, che tradizionalmente avveniva nel weekend monzese, aveva il merito di dare maggiore serenità ai piloti,consentendo loro di concentrare le energie sul finale di stagione anziché essere preda di logoranti incertezze capaci di minare l’equilibrio psicologico all’interno della squadra.
Queste parole appaiono fortemente calzanti dopo i fatti di Monza. Le voci sempre più insistenti di un imminente approdo di Charles Leclerc in Ferrari hanno innescato un pericolosissimo circolo vizioso che ha portato Raikkonen a gareggiare per se stesso piuttosto che per la scuderia. Ancora non è chiaro se la prestazione del finlandese volesse rappresentare un onorevole commiato oppure vertesse a convincere la dirigenza per una riconferma. Secondo Sky Sport Kimi sarebbe al corrente di tutto già dal weekend del Gran Premio d’Italia e l’ufficializzazione del giovane monegasco dovrebbe avvenire prima di questo fine settimana. Addirittura si suppone che John Elkann, nuovo presidente del Cavallino, abbia comunicato la decisione telefonando a Raikkonen lo scorso venerdì, proprio alla vigilia di un appuntamento cruciale per la Ferrari e per i suoi piloti.
Il mancato annuncio ufficiale, unito ad un frettoloso benservito, potrebbe aver aperto delle crepe in seno alla squadra. Crepe che sono finite con il diventare squarci e che sono culminate nel clima di tensione che ha originato il caos e la disfatta. Perché pur riconoscendo l’indubbio valore di Lewis Hamilton non possiamo ignorare che l’inglese sia messo in condizione di vivere serenamente la sua rincorsa al titolo. E altrettanto onestamente stigmatizzando l’erroraccio di Vettel dobbiamo ammettere che la Ferrari ha peccato di leggerezza, sbagliando il modo e il momento per riscoprirsi una squadra a due punte.