F1 | Conferme e delusioni a Singapore

Il Gran Premio di Singapore ci ha confermato che Lewis Hamilton è il miglior pilota oggi in attività. Uno che vince a Monza e poi a Singapore – due piste opposte nella loro struttura – senza alcun problema significa che lui – specialmente lui – e la sua macchina – la Mercedes – sono ai vertici della Formula 1.

Ma è stato anche il Gran Premio delle delusioni. E ci riferiamo chiaramente alle Ferrari ed ai suoi piloti. Attesi entrambi ad un contrattacco nei confronti del binomio Hamilton – Mercedes ci hanno lasciato la bocca amara. Il distacco dal vincitore è stato enorme, non concepibile per un team che mira al titolo mondiale. Inutile ora andare a cercare se per colpa dei piloti, della macchina o del team. Sta di fatto che non si possono beccare 30 secondi di distacco se si aspira al titolo. E per fortuna che questa doveva essere una pista favorevole alla Ferrari.

Anzi, è ormai chiaro che non esistono più le piste favorevoli all’una o all’altra macchina, all’uno o all’altro pilota: sono categorie ormai tramontate, come la destra e la sinistra in politica.

Tra le conferme dobbiamo annoverare anche Max Verstappen: maturato quanto basta per non fare la frittata in partenza, ha colto l’occasione del pit-stop (strategia azzeccata) per tornare al secondo posto, meritatissimo, con una Red Bull che anche con Ricciardo ha dimostrato di potersi inserire nella lotta per i posti di seconda fila, che sono andati ai predestinati Bottas e Raikkonen.

Il resto una gran delusione, a parte un magistrale Alonso che ha portato la McLaren alla prima posizione degli altri, cioè la settima, ed unico pilota a non essere doppiato su questo tracciato che nonostante la lunghezza ha relegato ad un giro o più tutti i “non protagonisti”.

Certo che se per appassionarci un po’ la cronaca TV deve propinarci i duelli per l’ultimo o il penultimo posto, o giù di lì, la Formula 1 non può ambire ad essere quello spettacolo che dichiara di voler proporre.

Di chi è la colpa?