Quello che è rimasto di sasso al sorpasso di Vettel sul rettilineo del Kemmel è stato certamente Lewis Hamilton. Anche per come lo ha sorpassato. Lo si è capito dalla sua scarsa reazione sia subito che nel corso della gara, a parte il momento del pit-stop.
E più che altro dalle sue espressioni nel dopo gara: la curiosità nel guardare la Ferrari a fine corsa, le sue dichiarazioni stranamente monosillabiche e molto abbottonate nelle interviste, la negazione di aver cercato nuove mappatura in corsa quando si è visto benissimo che ci aveva provato, la frase “devono aver trovato qualche trucco per andare così forte”.
Insomma, c’è rimasto male, non se lo aspettava: è stata la constatazione che davvero la Ferrari di questa stagione è proprio la più forte del lotto a colpirlo. Perché lui si sente il migliore, il più forte. E ne ha ben ragione. Ma nelle corse si deve accettare la sfida, il duello la competizione con gli avversari. Con “l’avversario”, e cioè Vettel.
Per lui non è la sconfitta della Mercedes da parte della Ferrari che gli brucia: è la sconfitta sua da parte di Vettel che non gli va giù! E medita rivincita.
Sicuramente domenica pomeriggio avrà già martellato il team per ottenere un mezzo in grado di battere l’avversario: per lui è quel che conta. E per puntare al quinto titolo iridato.
Per ora i numeri sono ancora dalla sua parte: 17 punti di vantaggio.
Ma Monza è alla porte, e lo spettacolo si annuncia appassionante. Ormai è il duello diretto Vettel – Hamilton a catalizzare il tifo, la passione, l’attesa.
Di fronte a questa sfida le vicende di Raikkonen, Verstappen, Alonso, Ocon, Perez, Bottas, ecc. passano inevitabilmente in secondo piano.
Ci piace però notare che nella serie B c’è in testa la Haas che sta migliorando nelle prestazioni, mentre la nuova Force India pur ripartendo da zero nel punteggio non è ultima ma precede già la Williams che è dolorosamente allo sbando. E ce ne dispiace assai: un team con la sua storia non merita di trovarsi così in basso!