La Michelin, casa francese produttrice di pneumatici, ha espresso il volere di tornare in F1 per il 2020. Parteciperà al bando di assegnazione della FIA per aggiudicarsi la fornitura unica a tutti i team, nel quadriennio 2020-2023, sfidando Pirelli. Ma le richieste della Federazione e di Liberty Media non convincono.
| di Luciano Coda
In una F1 dove la gomma la “fa da padrone” e diventa motivo di vittoria o di beffa, proprio il suo padrone potrebbe cambiare. La FIA ( Fédération Internationale de l’Automobile) ha diramato un bando – o meglio tender – di partecipazione alla fornitura unica di pneumatici dal 2020, con una successiva elaborazione del regolamento.
La Federazione – che non è nuova a questi stravolgimenti periodici – ha deciso, in accordo con Liberty Media, che nel 2021 verranno introdotti pneumatici della misura di 18 pollici, sostituendo quelli da 13 pollici già in uso, ormai obsoleti. Questa tipologia di gomma è utilizzata nella maggior parte delle categorie motoristiche, e l’unica che manca all’appello è proprio la F1.
L’attuale fornitore unico Pirelli è in scadenza di contratto nel 2019. La casa italiana è stata al centro di dibattiti e discussioni sulla qualità e sul rendimento dei propri pneumatici, non proprio apprezzati da tutti i team. Vero è che la gamma proposta è davvero ampia, a partire da quest’anno, con una qualità sempre in sviluppo, che ha permesso di abbassare e distruggere record di tempi su tutti i circuiti del campionato. Ma non basta.
Per questo la Michelin, forte della sua esperienza nelle altre categorie, è decisa al proprio ritorno in virtù del cambio di regole: i nuovi pneumatici determineranno anche la radicale modifica della vettura, con maggiore grip meccanico a discapito dell’aerodinamica.
Ma ciò che non convince il produttore transalpino è la richiesta espressa dalla Fia: un alto degrado della gomma per favorire i pit stop e la diversificazione delle strategie, garantendo così lo spettacolo voluto da Liberty Media. È un cambio di rotta rispetto alla filosofia di Michelin, che preferisce un consumo basso con l’aumento della longevità di gomma.
Per Pascal Couasnon, direttore di Michelin Sport, il ritorno in F1 darebbe nuova visibilità al marchio, ricreando una buona leadership, battendo il rivale Pirelli, con cui c’è un conto in sospeso risalente al 2010. Dall’altra parte vi sono i costi. Non converrebbe spendere in ricerca e sviluppo per gli attuali pneumatici che resteranno in vigore fino al 2020, e poi l’anno dopo (2021) annullare tutto il lavoro svolto, per inserire uno pneumatico diverso e nuovo.
Per Pirelli tuttavia, il cambio al 18 pollici non costituisce un problema. Il produttore si dice pronto ai costi e allo sviluppo. Ma dovrà fare a gara con Michelin che ha già esperienza sufficiente sul nuovo tipo di pneumatico.
Non è da escludere un terzo incomodo come Hankook o Goodyear, due colossi che potrebbero pensare al proprio esordio in F1 beffando i due maggiori contendenti. L’ultima parola spetta alla Fia che si godrà i duelli a colpi di gomma.
Luciano Coda © F1Sport.it