Un dominio assoluto quello della Ferrari sul circuito Gilles Villeneuve di Montreal, in Canada. Vettel vince, ottiene la vittoria numero 50 della carriera e si riprende la leadership del mondiale. Ferrari competitiva e gentile sulle gomme ma non sfruttata da Kimi Raikkonen, grande assente di tutto il weekend nordamericano. Per il finnico si attende una sveglia già dal prossimo appuntamento a Le Castellet.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
Partiamo un attimo da una emozione. Quella di fine gara raccontataci da Sebastian Vettel. Circuito e ricorrenza erano qualcosa di difficilmente by-passabile per il team Ferrari. Ed infatti nelle interviste subito dopo il bagno di champagne sul podio, Gilles Villeneuve e quell’avvenimento di 40 anni fa – che sembrano cosi distanti da oggi per tanti motivi – sono stati tra i primi pensieri del vincitore della gara canadese.
Per un attimo la vittoria dal profumo di dominio ottenuta del tedesco pochi minuti prima, sembrava quasi passare in second piano, tanta era l’emozione e l’attenzione che Vettel riservava a questa particolare ricorrenza.
Ma torniamo alla gara della Ferrari. Quella di Vettel è stata una corsa tenuta tranquillamente a bada dall’inizio alla fine. Anzi, dalle qualifiche di ieri, durante le quali il tedesco aveva ottenuto il nuovo record del tracciato di Montreal. Partiva dalla pole, e quella prima posizione, il buon Vettel, non l’ha mai lasciata.
La gara ha praticamente avuto un’unico leader incontrastato: dal giro 1 fino al giro 70, il conduttore della nr. 5 ha tenuto tranquillamente a distanza tutti i suoi inseguitori, anche durante il walzer dei pit-stop che la Ferrari del tedesco ha opportunamente ritardato – di un solo giro rispetto a Bottas che era subito dietro, cosi tanto per marcare a uomo – e questo dato fa riflettere sulla competitività della SF71-H dimostrata in terra canadese. Competitività che non ha riguardato, quindi, soltanto una gestione delle gomme assolutamente ottimale ma anche un eccellente carico aerodinamico, e una preponderante potenza dell’unità motrice – ricordiamo la Ferrari ha portato in Canada una evoluzione sulla vettura di Vettel che ha permesso al tedesco di sfruttare un po’ più di potenza per più tempo – e conseguente velocità. Ed il weekend canadese ha riportato a Vettel anche la leadership mondiale – sebbene risicatissima, un solo punto di vantaggio sul campione in carica – che gli mancava da un po’. La Ferrari ha quindi sfruttato al massimo il weekend canadese.
Maurizio Arrivabene, a fine gara, ha parlato di una “Ferrari concentrata al massimo sull’obiettivo, che con calma analizza e risolve i problemi, poi chiaramente serve anche un grande pilota. Oggi è mancato un po’ Raikkonen, però, il campionato è lungo, stiamo calmi e tranquilli, continuiamo a spingere, per fare le cose seriamente!”.
Già, Raikkonen. Forse la gara – o tutto il weekend – del finlandese sono un po’ la nota stonata. E’ stato vittima, Kimi, di un errore che non gli ha permesso di effettuare il giro decisivo in Q3. Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, ma magari con una migliore posizione di partenza avremmo visto un’altra gara. Forse il finnico era anche un po’ demotivato, ad ogni modo è partito in sesta posizione ed in sesta posizione è arrivato al traguardo, ultimo dei top team e con la medesima strategia – e auto – del vincitore.
Per Kimi c’è bisogno di una svegliata. Se finora tutti gli hanno dato atto di aver iniziato un mondiale di ottima caratura, da Montecarlo in poi sembra che la luce si sia un po’ offuscata. Il Paul Ricard a Le Castellet è un circuito dal quale la F1 è lontana da decenni e quindi per i 22 piloti attuali sarà il debutto. Un’ottima occasione per tornare vicino al compagno di squadra e alla vittoria.
Francesco Svelto