Uberto Selvatico Estense sogna un fil rouge tra Motor Legend Festival e Minardi Day

Non pensi che sia quantomeno…singolare, che alcuni cittadini che vivono a due passi dall’Autodromo protestino continuamente nei confronti dell’attività che vi viene svolta dentro?

“Concordo. Ci sono persone che hanno deciso di vivere a tre metri dai box e si lamentano per l’attività dell’Autodromo che, oltretutto, porta indotto, porta fama…si lamentano in particolare del quantitativo di rumore che viene prodotto e, se riuscissimo a unire il Motor Legend Festival e l’Historic Minardi Day, ridurremmo l’impatto acustico evitando ulteriori polemiche. Non sarebbe affatto male”.

E dell’Ayrton Day previsto per l’1 maggio, cosa puoi dirci?

“Innanzitutto, voglio chiarire che non si tratta assolutamente di una speculazione sull’asso brasiliano. Con l’Ayrton Day vogliamo commerore la forza, l’energia e lo spirito che Senna trasmetteva a tutti noi. Penso che la canzone “Ayrton” scritta da Paolo Montevecchi valga più di mille parole per descrivere il brasiliano, che ha fatto anche tanto bene per il suo Paese, il Brasile”.

Mi citi Paolo Montevecchi e allora non posso esimermi dal dire che, quest’anno, farò uscire l’1 maggio una cover del suo brano con il progetto musicale Maka Isna, offrendo una versione che penso possa essere definita originale, unendo una orchestra synth alla voce femminile.

“Bene, sono curioso di ascoltarla! Caspita, quella canzone è davvero fantastica…non mi stancherò mai di ascoltarla. Due anni fa, quando iniziammo l’avventura per cercare di riportare la Formula 1 a Imola, portai a Bernie Ecclestone un vinile di Paolo Montevecchi e Mr E fu molto contento di questa dono. Forse anche perché, permettimi di ricordarlo, all’epoca del tragico weekend imolese del 1994 seguirono strascichi tra Ecclestone e la famiglia di Ayrton Senna”.

 

Pensi che dal 2021, quando scadrà il Patto della Concordia in Formula 1, potranno esserci degli stravolgimenti che potrebbero richiamare in causa Imola?

“Guarda, l’assenza di Bernie Ecclestone come regista, penso stia mancando parecchio, anche se con questo non voglio dire che quelli di Liberty Media non sappiano gestire bene una macchina complessa come la Formula 1, anzi. Tuttavia, si basano su logiche e passioni diverse e questo aspetto può fare la differenza. Penso che il glamour creato da Bernie Ecclestone fosse un elemento importante per caratterizzare la Formula 1 e ora ho la sensazione che questo possa cambiare molto, prendendo un’impronta maggiormente statunitense (intendo legato al motorsport e alla subcultura legata ad esso). Venendo alla tua domanda, la risposta purtroppo è no. Riportare in ballo Imola è una questione politica e finanziaria, perché Monza è in campionato grazie ai finanziamenti dello Stato Italiano e dell’Aci, con quest’ultima che è stata investita della suddetta autorità per Monza e non a Imola, com’è noto. Se un domani questo approccio dovesse cambiare, magari con un’alternanza come abbiamo proposto ultimamente, allora potrebbe esserci un cambiamento significativo. Qualora Liberty Media non chiedesse più promoter FI come quelli attuali, allora L’Autodromo di Imola potrebbe tornare in ballo. Il nostro tracciato è omologato A1 e offre un palcoscenico ideale per quel tipo di manifestazione”.

Anche una riduzione dei costi per i trasporti dei team potrebbe essere una chiave vincente?

“Certo. Se un nuovo Patto della Concordia ripartisse diversamente i costi, allora molte cose potrebbero cambiare. Oggi i team sono pagati molto, ma hanno anche dei costi elevati. Nella ripartizione dei ricavi dei proventi F1 alle squadre vanno tanti soldi anche in virtù del fatto che le numerose trasferte in giro per il mondo, all’interno di un calendario molto lungo, comportano spese elevatissime. Riscoprire l’opportunità di razionalizzare i costi di trasferta dei team aprirebbe sicuramente a nuovi scenari, ad esempio magari con un campionato più eurocentrico e in termini fatturieri e industriali potrebbero interessare a determinate forze in campo. Vedremo”.

Chiudiamo la nostra lunga chiacchierata tornando alla Formula E. Un accordo tra la serie full electric e l’Autodromo sembrava cosa fatta e invece?

“Dunque, avevamo un accordo sul tavolo a condizioni molto interessanti tra l’altro, facendo un raffronto dell’impegno economico affrontato a Roma, ma poi è stato deciso di affrontare altre sfide, più sul versante tecnologico. Con quella cifra, per intenderci, a Imola avremmo potuto portare la Formula 1 e, come organizzatore, non ci penserei neanche un secondo su quale Formula portare al nostro Autodromo (ride). Attraverso l’Università di Pisa e a rapporti con Robo Race, ci stiamo avvicinando al mondo della guida autonoma elettrica e, con quest’ultima società, stiamo sviluppando un’idea nella quale crediamo molto più improntata sulla tecnologia che sul tema dell’elettrico. Il Dipartimento di Robotica a Pisa è un’eccellenza e questo per noi è molto importante, perché ci permette di valorizzarla. Già il prossimo mese speriamo di poter dire di più e nel 2019, probabilmente, vedremo i primi appuntamenti”.