Il Motor Legend Festival, in programma dal 20 al 22 aprile 2018 all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, è stata una ghiotta occasione per intavolare una lunga chiacchiarata con il Presidente di Formula Imola Uberto Selvatico Estense, come sempre graditissimo ospite sulle pagine di F1sport.it. Uno sguardo al presente e al futuro che attende l’amato tracciato realizzato sulle rive del Santerno, con tante novità non solo sul versante tradizionale del motorsport. Non vi resta che sedervi comodi e immergervi nell’atmosfera che solo una location come l’Autodromo di Imola è in grado di offrire.
Di Alessandro Bucci
Uberto, iniziamo parlando del Motor Legend Festival, l’evento del weekend all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.
“Il Motor Legend Festival è un evento amarcord fantastico con il pubblico che ha potuto tornare indietro nel tempo vivendo le emozioni del paddock e della pit-lane di un tempo. Stare vicino alle macchine, poterle toccare e sentire il loro grande sound. Ho visto un Riccardo Patrese quasi emozionato, senza contare la grande disponibilità e signorilità dimostrata dai piloti come Freddie Spencer, Arturo Merzario (come sempre inscalfibile) e un René Arnoux esplosivo. Quest’ultimo, in sede di conferenza stampa, ha fatto riferimento anche a un ordine di scuderia da lui ignorato facendo ridere tutti i presenti”.
Penso a quando Mika Salo, nel GP di Germania 1999, diede strada a Eddie Irvine ubbidendo all’ordine di scuderia. Forse al finlandese un po’ di “René Arnoux” via radio non gli avrebbe fatto male…
“Assolutamente (ride). Non gli sarebbe guastato affatto un po’ di René Arnoux, del suo spirito battagliero. Ai tempi del francese comandavano meno le regole e i team order, in questo modo c’era più battaglia in pista e il pubblico si emozionava maggiormente all’arena del motorsport”.
Al Motor Legend Festival Ferrari Clienti ha portato delle vetture fantastiche, non credi?
“Eccome. Macchine moderne, non solo quelle amarcord. FXX pazzesche, prototipi che Ferrari produce appositamente per la pista e che offrono un grandissimo livello di tecnica. Non solo l’estetica è portata a livelli estremi, ma anche la meccanica”.
Ci sono un po’ di rumors tra il pubblico riguardo la vicinanza tra il Motor Legend Festival e l’Historic Minardi Day ad Imola. Quest’ultimo evento celebrativo, storico, è nato prima e quest’anno ha perso la palma di evento capofila. Cosa puoi dirci a riguardo?
“Beh, gli Emiliano Romagnoli non si lasciano mai sfuggire l’occasione di mettersi in sana competizione (ride). Scherzi a parte, sono due idee nate in parallelo, anche se è altrettanto vero che l’idea di Giancarlo Minardi, personaggio immenso che ha sempre impegnato la sua passione per obiettivi grandiosi, è arrivato prima. Il nostro sogno sarebbe quello di creare un fil rouge tra l’Historic Minardi Day e il Motor Legend Festival, una mossa che porterebbe giovamento a tante parti chiamate in causa probabilmente. Non dimentichiamo, oltretutto, che nel 2018 il Trofeo Bandini e l’evento organizzato dalla famiglia Minardi uniranno le forze e questo penso sia stata un’ottima idea”.
Che cosa offre il Motor Legend Festival rispetto all’Historic Minardi Day?
“Innanzitutto, la gara titolata FIA, l’Historic F1 GP San Marino e quindi si proietta in una dimensione più sportiva. L’altro evento è forse più celebrativo, della storica scuderia Minardi e della realtà importante che è subentrata dopo, ovvero Scuderia Toro Rosso. Quest’anno troveremo anche la rievocazione storica intitolata a Lorenzo Bandini il 5 maggio, occasione che celebra anche Brisighella. Gian Carlo Minardi, per il 2018, ha avuto la giusta intuizione di tirare in ballo la Formula E e le nuove tecnologie. In questo modo si crea una sorta di dimensione in cui passato presente e futuro convivono sotto lo stesso tetto”.
In effetti, quest’anno per la prima volta si è tenuto l’Eprix di Roma proprio la scorsa settimana. Il “full electric” è un mondo che può far strocere il naso a chi è cresciuto a pane e V12, ma contiene comunque elementi interessanti. Ad esempio, è possibile apprezzare molto la guida del pilota. Che ne pensi?
“Sì, in quest’ultimo periodo si parla molto del tema ecologico, finendo col non vedere diversi altri aspetti tecnici interessanti. A Roma, ad esempio, sono rimasto molto colpito dal tipo di intervento che i commissari devono fare quando le macchine entrano in contatto, perché se toccano le vetture nel momento sbagliato, possono rimanere folgorati. Anche la Formula E ha i suoi elementi di pericolosità”.
Si parla di un accordo di cinque anni tra l’Autodromo di Imola e il Motor Legend Festival. Cosa puoi dirci a riguardo?
“Ci sono delle opzioni aperte e stiamo costruendo con loro un accordo di lungo periodo e speriamo di estenderlo anche oltre i cinque anni. Con gli organizzatori Vito Pierulli e Andrea Gallignani sarà importante dare continuità ad un’impresa di questo genere, che ha bisogno sempre di linfa vitale”.
Che novità offrirà il paddock dell’autodromo di Imola in futuro?
“Grazie al Motor Legend Festival e all’Historic Minardy Day stiamo cercando di sviluppare l’area entertainment del paddock, portando gli organizzatori a creare sezioni dove tutta la famiglia possa intrattenersi nel weekend. E’ stato bello vedere tanti ragazzini nel paddock al Motor Legend Festival. Ricordiamo che, per chi ha vissuto le epoche riprodotte agli eventi storici all’Autodromo di Imola, è possibile rivivere le proprie rimembranze, ma per i giovanissimi, invece, si tratta di mondi da scoprire e grazie a tutta la promozione online riusciamo a creare una commistione ideale”.
Uberto, come mai il pubblico italiano è così esterofilo? Magari gli appassionati di automobilismo vanno all’estero a seguire eventi come il Goodwood, poi non vengono alla Imola Classic o agli eventi che si tengono e terranno in questo periodo.
“Credo che, in un certo senso, siamo viziati da tutte le meraviglie che abbiamo e quindi non riusciamo a goderci appieno tutte le leggende che abbiamo nella Motor Valley. Un turista, invece, meno abituato a tutte queste realtà importanti concentrate in ‘poco’ spazio, rimane come folgorato. Penso che l’Italia dovrebbe imparare a comunicare meglio anche e soprattutto nei confronti dell’estero”.