Ferrari e Mercedes tornano a confrontarsi il prossimo week end. Dopo la vittoria della Rossa, cosa possiamo aspettarci dalla corsa nel deserto?
di Giulio Scaccia
Seconda gara del mondiale. La Ferrari di Sebastian Vettel dopo la vittoria di bravura ed astuzia a Melbourne, continua a sfidare la Stella a tre punte. Circuti diversi, con alcuni punti in comune ma tante differenze. Il circuito di Sakhir richiede velocità di punta elevata, con la presenza di quattro allunghi da oltre 300 km/h.
Per andar forte in Bahrain è richiesto un carico aerodinamico medio-basso. E’ penalizzante togliere troppo alla prestazione sui rettilinei. Non dimentichiamo però che il carico aerodinamico risulta vantaggioso nel settore centrale della pista e in frenata: non a caso la Brembo considera la pista di Sakhir la più probante per i freni.
La Ferrari sembra aver recuperato cavalli rispetto al motore Mercedes ed avere una minore resistenza aerodinamica anche se, le difficoltà di set up aerodinamico della SF71H potrebbero richiedere un uso ulteriore delle ali, a scapito ovviamente della velocità di punta. Sul tema delle prestazioni velocistiche si sofferma Toto Wolff, oltre che sulle insidie dettate dalle temperature e dalla sabbia che sporca la pista:
Ci aspettiamo che il Bahrain sia un altro week end impegnativo, sebbene le sfide saranno di una natura del tutto diversa. La corsa nel deserto è insidiosa perché le condizioni cambiano drasticamente tra le sessioni. Le libere 1 e libere 3 si svolgono al caldo del giorno, mentre qualifiche e gara dopo il tramonto, pertanto fa molto più fresco. Ciò rende estremamente difficile trovare il giusto assetto della monoposto. E’ anche una pista esigente sulla potenza, con i lunghi rettilinei. Abbiamo visto a Melbourne che le Ferrari in particolare sono molto veloci, mi aspetto sia una battaglia ravvicinata.
La Pirelli ricopierà la scelta del 2017, pur con mescole con una tendenza più “soft” rispetto allo scorso anno: medie, Soft e Supersoft. Mario Isola fa il punto:
La gara in Bahrain propone sfide molto diverse rispetto all’Australia, anche se entrambi i tracciati sono stop-and-go, dove contano molto i carichi longitudinali e i pneumatici posteriori sono i più sollecitati. La strategia dovrebbe essere su più soste, a causa dell’asfalto abrasivo, del degrado termico e della gamma 2018 più morbida rispetto al 2017, quando sul circuito di Sakhir si è vista un’ampia varietà di tattiche.
Se ci sarà la possibilità di fare strategie diversificate, sarà un qualcosa a favore dello spettacolo. Ed anche ovviamente delle alternative per i piloti. La Rossa in attesa del primo pacchetto evolutivo previsto per la Cina, porbabilmente giocherà in difesa, anche se le sorprese possono essere dietro l’angolo.
Lo scorso anno pole position di Bottas davanti ad Hamilton. Poi la gara ad appannaggio di Vettel e della Ferrari. Vedremo se quest’anno il tedesco riuscirà a ripetere l’impresa.