Una gara tenuta viva dalle strategie incrociate tra Ferrari e Mercedes, vinta da chi ha saputo gestire al meglio le gomme anche in situazioni critiche. Vince anche l’intuito e non solo il calcolo…
Come avrete avuto modo di vedere, quella di ieri è stata una gara molto tirati fino alla fine, seppur le primissime posizioni non siano state protagoniste di duelli o ruota/ruota interessanti. Certo, il triplo sorpasso di Lewis Hamilton sul rettilineo nelle fasi iniziali, con DRS azionato e magari qualche cavallo extra di potenza dato dal manettino Mercedes, nei confronti di vetture non proprio al livello di quella di Brackley, hanno “aiutato” il campione in carica in una manovra che solo un fenomeno come l’inglese poteva inventarsi.
Oppure il sorpasso subito dall’alfiere della Stella a Tre Punte dal rivale Sebastian Vettel, in cui non c’è stata una vera e propria bagarre viste le differenti strategie e mescole su cui erano settate le gare dei due, tanto che l’alfiere della Mercedes non ha opposto troppa resistenza.
Quindi, al netto di questi due episodi, lì davanti la corsa è stata abbastanza statica da un punto di vista delle scaramucce alla guida, ma allo stesso tempo molto incerta fino all’ultimo. Il tutto, merito di quell’interessante incrocio strategico messo in atto tra i muretti della Mercedes e della Ferrari. Andremo dunque adesso a porre qualche dato a questa partita a scacchi, provando anche a dare qualche risposta a chi si sarebbe aspettato, ad esempio, un attacco più violento e deciso da parte di Bottas nelle fasi finali.
Nell’analizzare il primo stint della gara, va fatta una piccola premessa. Nel confronto esplicato dal grafico, manca volutamente il passo di Hamilton. La motivazione è presto detta, visto che l’inglese ha affrontato la prima fase di gara su gomma più dura e nel “traffico” essendo partito dietro per via della penalità che lo ha costretto a partire in nona posizione. Risulta quindi poco congruo un confronto con la Mercedes prendendo a riferimento il passo del campione in carica.
Interessante invece è il confronto con l’altra Freccia d’Argento, ovvero quella di Bottas, visto che il suo è l’unico stint confrontabile con quello delle due Ferrari. E in questo è interessante notare come il finlandese come sia stato mediamente più veloce del connazionale della Rossa ma più lento di Vettel. E’ quindi evidente che la SF71H, in particolare con il tedesco, sia stata particolarmente efficace con il compound più morbido che la Pirelli ha portato in Bahrein, capace di essere più veloce di un decimo rispetto alla prima Mercedes e durando praticamente gli stessi giri, considerando che Vettel si è fermato al 18esimo mentre Bottas al 20esimo giro.
Si è inoltre verificato come il ferrarista avesse sempre qualche decimo in tasca nel settore centrale, caratterizzato per lo più da curve in appoggio, sintomo che l’equilibrio meccanico denotato in qualifica si è confermato anche in gara e a macchina carica di benzina, ma soprattutto che questo riesce a conciliare alla perfezione quell’equilibrio termico dato dalle Pirelli 2018.
Difficile capire perché Raikkonen abbia avuto un ritmo più lento, considerando inoltre che, al di là del patatrack al secondo pit stop, la strategia della Ferrari numero 7 era quella delle due soste. Ci si sarebbe aspettato quindi un passo più rapido nel primo stint, visto l’ottimo rendimento avuto con le soft dopo la prima sosta, ma evidentemente o questi erano i valori attesi, oppure è successo qualcosa di diverso.
Passiamo adesso all’ultimo stint, ma anche qui va fatta qualche premessa. Come potete vedere, questo è un grafico in cui siamo voluti andare a valutare l’andamento dei tempi sul giro, e non solo il passo gara come fatto in precedenza. Il motivo di questa scelta risiede, molto banalmente, nel fatto che i tre protagonisti hanno girato con pneumatici differenti e con un numero di giri differente tra l’uno e l’altro, quindi il confronto con il “semplice” dato del passo gara potrebbe non essere corretto. E’ interessante invece vedere l’evoluzione, soprattutto nella parte finale di gara.
Come potete vedere, nel grafico è stata valutata la gara dal 28esimo giro, in cui Hamilton ha effettuato il pit stop. Fino a quel momento avevamo un Vettel in testa (dopo il sorpasso all’inglese) che viaggiava con gomma fresca, mentre il pilota Mercedes ha dovuto allungare forzatamente il primo stint con le gialle, perdendo più di qualcosa in termini di tempo rispetto al rivale in Rosso. A quel punto, montando le Medium come Bottas, ma avendo meno giri da compiere, “si è permesso il lusso” di spingere più degli altri due, come potete vedere dal grafico, ma complice la mescola più dura del week-end, il “delta” prestazione con Vettel non poteva essere tale da impensierirlo, tanto che è lecito pensare che a un certo punto al 44 sia stato chiesto di gestire la vettura più che provare un attacco.
Un pelo diversa la situazione con Bottas, il quale è stato per un certo numero di giri più lento della Ferrari di Vettel, per poi approfittare della migliore durevolezza della Medium per accorciare sul tedesco che invece ha dovuto cominciare a gestire uno pneumatico che, secondo i vari calcoli, sarebbe dovuto già essere sostituito. Dall’andamento dei tempi dei due litiganti, si può vedere come entrambi abbiano avuto un problema di performance nel finale, sintomo che sia la Soft di Vettel che la Medium di Bottas erano al capolinea. Sembra quasi, da questi numeri, che la Medium di Bottas sia durata come la Soft di Vettel. E’ quindi il tedesco ad essersi inventato questa vittoria o il finlandese che ha dovuto gestire una gomma che all’inizio del week-end non ci si aspettava di utilizzare e che invece è stata usata per rispondere alla strategia della Ferrari?
Bella domanda, ma questo ci fa capire il motivo per cui Bottas “non ha potuto” sferrare l’attacco in maniera impetuosa. E forse, denota ancor più in positivo la vittoria di ieri. Una gara di attesa e non di attacco, in bilico fino alla fine, con buona pace di chi dice che la F1 è noiosa.