La Ferrari si aggiudica la seconda sessione di libere in Bahrain con una doppietta firmata Raikkonen-Vettel. Il deserto si tinge di rosso. Mentre le monoposto di Maranello brillano nella notte, la stella della Mercedes non illumina Shakir, accontentandosi della terza e della quarta piazza con oltre mezzo secondo di distacco. Hamilton appare tutt’altro che sfavillante e commette qualche sbavatura di troppo finendo all’ombra di Bottas in entrambe le sessioni.
La Ferrari s’impone in Bahrain. Più sorniona nel corso delle libere 1, che hanno visto svettare Ricciardo, decide di graffiare nel corso delle libere 2. Grazie ad un Raikkonen particolarmente ispirato e ad un nuovo assetto per Vettel, la rossa di Maranello riesce ad aggiudicarsi la vetta della classifica. Il miglior tempo è firmato dal finlandese, con il crono di 1’29″817. Sebastian Vettel lo segue con un distacco di appena 11 millesimi. Al terzo posto si attesta Bottas, molto concreto nel corso della giornata, con un distacco di oltre mezzo secondo.
Solo quarto il campione in carica Lewis Hamilton, che oggi ha commesso qualche piccolo errore e si è reso colpevole dello “spiattellamento” di una gomma nel corso delle libere 1. Va detto però che la Mercedes ha lavorato maggiormente in ottica gara, dedicandosi a testare l’usura dei pneumatici su quella che risulta essere la pista con l’asfalto più abrasivo dell’intero mondiale, e ha volutamente tralasciato la ricerca del giro veloce. In altre parole, come spesso abbiamo visto al venerdì, la Mercedes si è un po’ nascosta, ma non per questo risulta meno temibile. Resta da considerare che anche nel long-run sembra avere un ritmo leggermente meno veloce di quello messo in pista dalla Ferrari, ma è presto per trarre conclusioni.
Ottima la prestazione di Raikkonen, costantemente davanti al compagno di scuderia in entrambe le sessioni. Sebastian, nel corso delle prime libere, aveva lamentato difficoltà nel bilanciamento della vettura. Ma pare che si sia trovata una soluzione ottimale nel corso della giornata, anche grazie all’introduzione di un nuovo fondo. Unico piccolo neo in casa Ferrari, un problema di fissaggio di una ruota anteriore sulla monoposto del finlandese sul finire della seconda sessione. L’inconveniente non ha avuto impatto sui tempi, con Raikkonen che è riuscito a conservare la testa della classifica, ma ha comportato una multa per “unsafe release”.
Giornata in chiaro scuro per la Red Bull: nella prima sessione Daniel Ricciardo ha firmato il miglior tempo, mentre Max Verstappen è rimasto ai box a causa di un guasto elettrico al propulsore. L’olandese ha avvertito problemi al turbo nel corso del primo giro ed è rientrato ai box spingendo la vettura. Nel corso della seconda sessione Verstappen ha conquistato il quinto tempo, e Ricciardo il sesto, entrambi attardati di quasi un secondo rispetto al crono delle Ferrari.
Nel deserto fanno registrare buone prestazioni le Renault, confermando una crescita decisiva rispetto alla scorsa stagione. Hulkenberg è il primo degli altri nelle seconde libere e paga un distacco di circa mezzo secondo nei confronti di Ricciardo che lo precede. Nella prima sessione sia il tedesco che il compagno Sainz hanno centrato la top-ten. Abbastanza bene anche le McLaren, che continuano ad attestarsi a centro classifica. Alonso e Vandoorne chiudono le prove in nona e decima posizione, segno di una costanza e di un affidabilità ritrovata.
La vera sorpresa di oggi ce la riserva però Gasly, capace di portare la Toro Rosso nella top ten in entrambe le sessioni. La scuderia di Faenza motorizzata Honda sembra fare progressi e si dimostra capace di prestazioni interessanti.
Delude ancora la Force India, ormai sbiadita parente della monoposto grintosa e performante ammirata nel corso del 2017. Lontana dalle posizioni che contano, pare che ancora non abbia trovato una strada da percorrere, se non quella a ritroso che la condanna nelle retrovie. Delude per certi versi anche la Haas. Se la Ferrari ha scintillato, la Ferrarina è rimasta opaca, incapace di un vero acuto. La speranza è che le prestazioni messe in campo in Australia non restino un isolato miraggio.