La vittoria della Ferrari di Vettel in Bahrain sarà ricordata per quanto è stata sofferta e straordinaria. Dal dramma ai box per l’infortunio del meccanico di Raikkonen alla strategia modificata per evitare il sorpasso Mercedes. Finale al cardiopalma, Vettel resiste e gestisce.
La strategia che ha portato Vettel a vincere il GP del Bahrain è stata rischiosa e audace al limite della follia. Un’impresa che se riesce si è fenomeni e se non riesce fa piovere critiche. Vettel ha guidato sul filo del rasoio senza sbagliare nulla, senza sbavature, senza subire mai davvero la pressione dell’arrivo di Bottas.
Addirittura nel finale Vettel è ancora riuscito ad alzare il ritmo dimostrando d’aver gestito il potenziale della monoposto e la resa delle gomme. Da applausi.
Nel momento in cui la Mercedes su gomma bianca ha fatto intendere la soluzione ad una sosta la Ferrari pareva essere impostata sulle due. Qui la rossa pareva in svantaggio.
Si prova la gomma rossa su Raikkonen, il pit è un disastro. La gomma gialla non si toglie, Kimi Riparte ed investe il meccanico. Per il povero Francesco Cigarini è frattura di tibia e perone.
Il meccanico rimane steso nella piazzola minuti, il momento è drammatico umanamente e sportivamente. Umanamente è ovvio capire il perché, sportivamente perché è in quel preciso momento che Vettel se vuole andare su gomma rossa deve rientrare.
Sono minuti preziosi che scorrono. La Ferrari deve scegliere il piano B. Portare Vettel sino a fine gara esponendolo al recupero di Bottas. Complice una Ferrari perfettamente equilibrata e gentile sulle gomme Vettel ha saputo dosare il piede in trazione e spingere nei curvoni d’appoggio. Un capolavoro di freddezza del pilota e coraggio strategico della squadra.
Ora il mondiale è tinto di rosso, due vittorie su due gare. Questa Ferrari che pareva meno performante di quella dello scorso anno è in realtà in grado di cogliere l’attimo per girare le circostanze a suo favore.
La Mercedes tornerà. Intanto qualche punto di vantaggio ora è oro.