Il binomio Toro Rosso Honda è sicuramente stato tra le delusioni del GP d’Australia. Riguardo questo argomento ai microfoni di Pit Talk, ha detto la sua Pino Allievi. Lo storico giornalista della Gazzetta dello Sport ha criticato l’attuale line-up di piloti del team di Faenza, e le scelte prese dalla Red Bull.
La Toro Rosso Honda dopo aver brillato nei test al Montmelò, era attesa nella zona alta della classifica in Australia. Invece proprio nel round inaugurale di questo mondiale, sono riemerse le difficoltà tecniche della power-unit Honda, soprattutto sul fronte dell’affidabilità, condizionando le performance delle due monoposto di Faenza.
Pino Allievi, ospite della puntata n°135 di Pit Talk, ha parlato anche dello scarso livello di competitività del binomio Toro Rosso-Honda visto a Melbourne. Innanzitutto Allievi ha voluto chiarire subito il concettto nell’impossibilità di vedere una Toro Rosso Honda far subito meglio della McLaren Honda degli anni precedenti.
Il riferimento del giornalista della Gazzetta va a parare sulla line-up dei piloti della scuderia di Faenza, con Gasly e Hartley con molta meno esperienza rispetto alla coppia Alonso-Vandoorne.
” C’è qualcuno che pensava che la Honda, avrebbe ottenuto con Gasly ed Hartley i risultati migliori di quelli che non è riuscita ad ottenere con Alonso, Vandoorne e la McLaren. “
Allievi parla della poca esperienza alle spalle sia di Gasly, sia di Hartley. In totale i due piloti hanno alle spalle solamente dodici GP, contando anche quello di Melbourne di domenica scorsa.
Sono ancora due piloti che devono formarsi, con il solo Brendon Hartley che ha qualche esperienza con Porsche riguardo la tecnologia ibrida. Però serve ben altro.
Inoltre Allievi ha parlato delle difficoltà tecniche avute in passato dalla Toro Rosso, sia a livello di aerodinamica che a livello di telaio. Tuttavia la colpa va attribuita alla Red Bull secondo Allievi, con il team anglo-austriaco che ha affidato un compito molto arduo al suo junior team.
La power-unit Honda è molto difficile da sviluppare oltre che complicato, i tempi per apportare modifiche ed upgrade sono sempre più stretti, dunque aspettarsi significativi miglioramenti in così poco tempo è impensabile.
Poi la scuderia di Faenza oltre alla power-unit giapponese, ha da sviluppare un telaio che necessita di costanti modifiche. Se si aggiunge il fatto che lo sviluppo della monoposto è affidata a due rookie in pratica, è logico che i livelli di performance non siano quelli sperati dal binomio Toro Rosso-Honda.
Tuttavia bisogna dare del tempo sia alla scuderia di Faenza, sia alla casa di Tokyo. Perchè tirare le somme dopo la prima gara è a dir poco azzardato e senza senso. Il binomio Toro Rosso-Honda avrà modo di poter dire la sua in questo mondiale, magari anche con l’aiuto del know-how della Red Bull.
Alberto Murador