C’è da rimanere sconcertati da alcune dichiarazioni di colui che ha ricoperto in Ferrari le cariche di Team Manager, Direttore Generale e poi anche Amministratore Delegato.
Si perchè quest’uomo, corrispondente al nome di Jean Todt deve molto della sua fortuna e del suo successo a quanto ottenuto in Ferrari. Certamente anche per meriti suoi e grandi capacità organizzative ma che hanno potuto usufruire e godere dei vantaggi del diritto di veto che la Ferrari, fin dagli anni 80, può esercitare in Consiglio Mondiale.
Mai si lamentò, il caro Todt, di questo privilegio ora però che Marchionne (l’attuale Presidente Ferrari e suo antagonista in vista delle decisioni tecniche future), si solleva pubblicamente quella che secondo il francese sarebbe un’ingiustizia e un privilegio da togliere al team italiano. Il presidente della FIA infatti, ha voluto precisare che i guadagni, ben più alti rispetto agli avvesari, sono giusti, vista la storia e il “phatos” che la Rossa attira a se, ma altresì ha affermato che il diritto di veto è quanto mai anacronistico.
Verrebbe voglia di chiedergli se questi interrogativi se li sia mai posti nel momento in cui lo stesso Todt arricchiva il suo CV professionale dei successi ottenuti con la Ferrari. Certo in quel momento curava gli interessi di Maranello, oggi però, raggiunte certe posizioni anche grazie a certi risultati ottenuti in carriera, magari sarebbe opportuno tacere e non attaccare quella squadra che, ripetiamolo, anche grazie a certi privilegi, ti ha aiutato a raggiungere ruoli di assoluto prestigio.
Da una parte sembra quasi una guerra personale tra due grandi personalità: Todt da una parte e Marchionne dall’altra. Paura forse che l’italo canadese possa diventare in futuro un contendente a certe posizioni…? Chissà il tempo lo dirà