Red Bull pronta a lanciare la sfida a Ferrari e Mercedes. Buona l’affidabilità della power unit Renault, manca ancora qualcosa sulla performance. Tre, i decimi di ritardo nel giro secco rispetto alla vetta.
Ebbene si, dopo tanto parlare nel corso dell’inverno, finalmente nelle ultime due settimane si sono potuti analizzare i primi valori in pista, su un circuito molto emblematico come Barcellona, il quale nei suoi 4.655 metri racchiude la “media” delle caratteristiche della gran parte dei tracciati in calendario.
Test che hanno riprodotto i top team dello scorso anno, con la Mercedes che è sembrata un pizzico in vantaggio rispetto a tutti gli altri, con Ferrari a seguire, seppur facendo patire qualche patema d’animo di troppo in alcune giornate in cui è rimasta “troppo ai box”.
Altra scuderia molto interessante è risultata la Red Bull, la quale negli ultimi anni si è resa protagonista di un inizio di stagione troppo sotto tono per poi riprendersi quando ormai i giochi erano fatti. Da quello che siamo riusciti ad intendere, sin dalla presentazione della RB14, è che il progetto di Adrian Newey sia tra quelli più “ricercati”, sia nelle zone delle pance e delle prese d’aria, riprendendo i concetti portati da Ferrari nel 2017, ma anche in una sospensione anteriore “particolare”, a dir poco complicata ma che all’autore di questo articolo ha “fatto paura”. Una vettura dunque che rivede il mago Newey di nuovo presente a 360° e, nelle primissime ore di vita della RB14 qualcosa si è potuto notare.
Per quanto riguarda l’aspetto della pista, in queste due settimane a Barcellona la vettura di Milton Keynes ha fatto registrare delle buone cose, sia in termini di affidabilità (nel sesto giorno di prova Ricciardo ha completato 130 giri senza problemi, in pratica un week-end di gara completo) che di performance pura, anche se su questa Mercedes sembra di nuovo una spanna sopra tutti.
Ma al di là delle prestazioni che vedremo a partire dalla gara inaugurale di Melbourne, quello che può dar fiducia al team diretto da Chris Horner sono le dichiarazioni di Max Verstappen, il quale si è detto molto fiducioso della macchina e che il gap con i primissimi si è ridotto rispetto all’enorme distacco che nella passata stagione si aveva sin dall’Australia. L’olandese ha voluto sottolineare come sul passo gara si siano fatti enormi passi in avanti, mentre ha ceduto lo scettro “ad altri” sul giuro secco, ammettendo un ritardo di circa 3-4 decimi.
Il solito e cronico problema della Red Bull è quella power unit che non sembra fare faville. Per quanto Renault non abbia avuto grossi problemi nel corso delle due sessioni di test appena finite, si è dimostrata ancora una volta in ritardo in termini di potenza rispetto ai suoi diretti concorrenti. E chissà se quanto sta avvenendo nel junior team Toro Rosso non possa interessare in ottica futura Horner e compagnia. Infatti, il sottoscritto è tra quelli che è rimasto favorevolmente impressionato dalla scuderia di Faenza e dall’equilibrio che questa pare aver trovato con la Honda, capace di prendersi solamente insulti negli ultimi anni nella sua partnership con Mclaren. Infatti, i tanti chilometri percorsi dal team di Franz Tost, possono far pensare al team maggiore una futura collaborazione per i prossimi anni. Dunque bisognerà stare attenti al primo spezzone di campionato, per capire se la power unit nipponica si dimostrerà affidabile, così da interessare altri acquirenti, Red Bull su tutte.
Intanto, tornando al team anglo-austriaco, le premesse sembrano buone, i concorrenti diretti agguerriti, lo staff tecnico di nuovo focalizzato al 100% sul progetto F1 2018. Bisognerà solo capire quanto inciderà la mancata performance della power unit francese e se, con qualche stratagemma del mago Newey, sui circuiti dove la power unit è relativamente più importante rispetto ad altri la Red Bull riuscirà a tenere il ritmo dei primi, sapendo però di potersi giocare le carte su quei tracciati dove la filosofia del team di Milton Keynes si è sempre esaltata. Intanto più di qualcuno sembra convinto del recupero di prestazione complessiva nei confronti di chi sta davanti. Monito per la Ferrari?