Una storia bellissima, struggente e allo stesso tempo drammatica. Esempi di cui la Formula 1 è abbastanza avara, ma ci sono alcune fantastiche eccezioni. Una di queste, anzi due perché sono coeve, vedranno protagonisti i duellanti del 1991, Nigel Mansell e Ayrton Senna, che stringeranno legami profondissimi rispettivamente con Riccardo Patrese e Gerhard Berger. Il brasiliano e l’austriaco di certo non sono due piloti sconosciuti al mondo delle corse: il primo è diventato Campione del mondo nel 1988, mentre il secondo è stato scelto da Enzo Ferrari per affiancare Michele Alboreto e di lì a poco gli avrebbe soffiato il ruolo di prima guida, secondo i desiderata di John Barnard. Di mezzo c’è un 1989 drammatico per il brasiliano, che nella lotta iridata con Alain Prost si vede anche a doversi scontrare con alcune decisioni della FISA che non gradirà, come quelle conseguenti al Gran Premio del Giappone. Prost se ne va dalla McLaren da Campione del mondo sbattendo la porta e Ron Dennis per rimpiazzarlo va a bussare in casa Ferrari, dove perfezionerà lo scambio con Gerhard Berger, che porterà anche allo scambio dei numeri di gara tra i due team. I due si conobbero già diversi anni prima, nel 1983, con un episodio curioso che risale al Gran Premio di Macao di Formula 3, quando Ayrton vinse e Gerhard giunse terzo e gli fu assegnato il giro veloce forse per errore. Alla festa che venne organizzata dopo la gara dal brasiliano, Senna disse a Berger che dai risultati ufficiali il giro record fu suo. E Berger gli rispose: “Lo hai fatto tu, ma lo hanno assegnato a me!” Questa frase potrebbe aver segnato l’inizio dell’amicizia che ha legato per anni Senna e Berger, visto che il brasiliano già da tempi prima del loro incontro teneva d’occhio l’austriaco e andava a curiosare nel suo box, chiedendogli molto amichevolmente delle informazioni; tattica ottima per studiare gli avversari. Anche il loro primo approccio, quando furono insieme, non fu subito cordiale come ci si sarebbe aspettati, visto che la voglia di primeggiare di Senna fece sì che Giorgio Ascanelli, motorista arrivato dalla Ferrari a fianco di Gerhard Berger, prese la direzione della monoposto del brasiliano non appena Dennis si rese conto della facilità di risolvere i problemi da parte del tecnico italiano. Ma le cose cambiarono ben presto, perché fu Berger a guadagnarsi la stima e l’amicizia di Senna anche in pista, andando particolarmente forte. Infatti, se inizialmente si pensava che il distacco tra i due in prova fosse di circa un secondo, ecco che Berger sorprende tutti, prendendosi solo pochi decimi da Ayrton. E fu così che i due si legarono moltissimo l’uno all’altro, tanto più che si disse che Berger insegnò a Senna a ridere e Senna insegnò a Berger a guidare. Certo, i due avranno storie automobilistiche diverse, ma quando si incontreranno andranno d’accordo quasi subito.
A Phoenix, gara in cui Senna andrà al duello con Jean Alesi, sarà Berger a partire al palo, ma questo farà un po’ da apripista allo show del brasiliano sul giro secco che si protrarrà per tutta la stagione. Ma Senna sapeva solo correre, di fatto, mentre Berger aveva anche vissuto delle esperienze diverse ed era pronto a contribuire alla crescita umana di Ayrton, alla costruzione di quel mito che tutti celebriamo. Senna si legò moltissimo all’austriaco, anche perché a differenza di Prost non gli fece mai pesare il fatto di essere il numero 1 all’interno della McLaren. Berger sapeva stare al suo posto, un po’ per timidezza ma un po’ anche per non rovinare il rapporto che si stava costruendo tra loro due. E dopo un 1990 in cui il confronto tra l’austriaco e il brasiliano sarà impietoso, con il secondo titolo iridato per Magic, ecco che arriva la stagione forse più bella, il 1991, la prima in cui verrà abbandonato il sistema degli scarti. Dopo le prime vittorie di Magic si arriva a Imola, forse la gara che è una dimostrazione di forza di questa coppia straordinaria. Berger esce di pista nel giro di ricognizione, riuscendo però a schierarsi in griglia, mentre Senna si vede superato da Patrese. I problemi del padovano, però, lo portano a rientrare ai box e poi al ritiro, lasciando strada a Senna. Il paulista però non ha fatto i conti con Berger, che inizierà a rimontare su di lui in modo anche piuttosto sostanzioso. Ma Gerhard non andrà oltre a 1”6 di distacco dal compagno, in difficoltà con la pressione dell’olio, sa bene che ingaggiare un duello potrebbe portare a qualcosa di peggio della semplice sconfitta sportiva, può scalfire un’amicizia e questo Gerhard non può permetterselo. Gerhard è un austriaco un po’ atipico, che esce dagli schemi del tipico tedesco composto, riservato e freddo; forse ha risentito dell’influenza che l’Italia ha avuto nel corso della sua carriera, tra Benetton e Ferrari… Fatto sta che con Senna anche fuori dalle piste si instaura un bel rapporto all’insegna delle risate e dei piaceri della vita (memorabile sarà la scena in cui i due, per andare a fare il bagno, piomberanno in elicottero in mezzo a una spiaggia, tra lo spavento e l’incredulità dei passanti). E questo contribuisce e non poco all’arrivo dei risultati, che vedono Senna fronteggiare le due FW14 di Mansell e Patrese, in rimonta su di lui nella seconda parte della stagione. A Spa ecco un altro squillo, un’altra doppietta con la rimonta finale dell’austriaco, che anche qui arriva subito dietro ad Ayrton, che a sua volta vince grazie al ritiro della Ferrari di Alesi che stava comandando la gara.
E così, dopo aver controllato la rimonta di Mansell, le due McLaren affondano il colpo sulla pista di casa della Honda, a Suzuka. Qui Berger conquista la sua seconda pole stagionale e si invola al comando; dietro di lui Mansell e Senna si giocano il titolo, con il brasiliano che si difende dagli attacchi dell’inglese. L’inglese dopo una decina di giri, incredibilmente, sbaglia. E’ fatta, il terzo iride per Ayrton è in cassaforte. Ma c’è di più: Berger si ferma ai box e Senna si prepara al trionfo completo, vittoria e titolo. Ormai sembra lontanissimo, ma ecco che all’ultimo giro, quasi inspiegabilmente, rallenta. Lo sta aspettando, vogliono festeggiare insieme. Ayrton e Gerhard, amici dentro e fuori le piste ora possono dimostrare al mondo di essere una coppia speciale, unica, irripetibile. Sotto la regia di Ron Dennis, che chiama Senna in radio per chiedergli di aspettare Berger, le due McLaren arrivano alla Casio Triangle chicane, e Ayrton fa un cenno con la mano a Gerhard, dal significato inequivocabile: “Vai, passa, la vittoria è tua!” Gerhard passa e con un gesto della mano ringrazia Ayrton e va a vincere. Un trionfo completo, che è anche il modo per Senna di dimostrare a Berger la sua amicizia e gratitudine. Un gesto applaudito ai box anche da Nigel Mansell, che festeggia il 3 volte iridato ai box in attesa di ridargli la paga l’anno successivo. Senna e Berger si incontreranno di nuovo sul podio ad Adelaide, a chiusura di un anno trionfale per il team di Woking. Ma il 1992 fu particolarmente difficile, con il nuovo cambio al volante e la decisione della Honda di abbandonare le corse alla fine di quella stagione.
Berger volle provare a portare Senna in Ferrari e lui decise di andare in Williams. Ma quando capì che a Didcot c’era Alain Prost cambiò subito idea e quando Berger seppe che ebbe firmato ancora per la McLaren gli lanciò la borsa fuori dall’elicottero! Così, per scherzo… Ma i due si volevano un bene dell’anima anche dopo che la loro coppia si era scomposta, tanto che sarà proprio Gerhard il primo ad accompagnare Ayrton nel suo ultimo viaggio. A quell’epoca, Berger ha trovato un nuovo compagno, Alesi con il quale condividerà la parte più lunga della sua carriera, ma il rapporto con Ayrton rimane qualcosa di unico e incancellabile.